Lo stop è arrivato ieri dal dipartimento di Pubblica sicurezza guidato da Franco Gabrielli, per le prefetture, i Comandi generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, le altre articolazioni della Polizia di Stato (Stradale, Ferroviaria, Comunicazioni, Reparti speciali, Immigrazione, Anticrimine, Prevenzione).
Oltre l’effetto scenografico dell’utilizzo dei droni per controllare il rispetto delle norme sul coronavirus ci sono, infatti, aspetti delicati: di sicurezza, di privacy, di equilibri e ordine nel traffico aereo.
“Attendere l’esito” scrive in una nota il capo della segreteria del Dipartimento, prefetto Mario Papa, “degli approfondimenti” prima di proseguire, con riferimento alle interlocuzioni con l’Enac per una “finalizzata e una condivisa e corretta applicazione” di questi strumenti. Gli aggettivi sono rivelatori: c’è stato più di un caso dove il ricorso ai mini aerei radioguidati non è stato corretto. Con l’Ente nazionale aviazione civile, dunque, l’Interno intende definire dettagli, contorni e tutte le sfumature necessarie a evitare altri utilizzi fuori norma.
A Messina l’uso dei droni è stato annunciato dal Sindaco, ma ancora rimasto solo come spauracchio virtuale. Un video satirico sul tema è poi stato preso per buono da alcuni giornalisti, che lo hanno lanciato come notizia anche su giornali nazionali.
La decisione è stata presa per contenere per l’appunto soprattutto le polizie locali.
Infatti Polizia di Stato, Carabinieri e Finanza già fanno uso di droni ma finora non risultano problemi particolari. L’allargamento alle polizie municipali, tutte impegnate nei controlli sulle norme COVID-19, ha fatto emergere utilizzi scorretti. Che il Viminale ha prontamente bloccato. (pal.ma)