“Le difficoltà ad affrontare l’emergenza sanitaria in Sicilia emergono in quantità proporzionalmente opposta ai proclami di Musumeci”- Lo dichiarano Pippo Zappulla e Gianni Battaglia segretario regionale e responsabile del Dipartimento Salute di Articolouno Sicilia.
Pur in presenza di precise disposizioni nazionali e altrettanti regionali permane il rischio di ingressi verso la Sicilia di persone che a vario titolo ritengono di raggiungere i proprio familiari in Sicilia. Lungi da noi – affermano Zappulla e Battaglia – l’idea di volere criminalizzare indistintamente tutti quelli che lo fanno non si capisce però perché questo avviene senza che vengano rispettate le prescrizioni e le disposizioni nazionali e regionali. Ma ad ognuno il proprio ruolo: a controllare e verificare il rispetto delle disposizioni devono essere le forze dell’ordine e non improvvisati Masaniello di giornata. Lo stesso Presidente ha il dovere della responsabilità e non di alimentare un clima di caccia alle streghe.
Al Presidente Musumeci , – giustamente preoccupato del che si prevede arrivare in Sicilia , del rischio serissimo per la tenuta delle nostre strutture pubbliche e in particolare dei posti di terapia intensiva – chiediamo – dichiarano i due esponenti di Art1 – perché non si pensi già ora e subito di utilizzare almeno parte delle strutture sanitarie private ampiamente presenti e foraggiate in questi anni in Sicilia e in ogni provincia da una dissennata logica , soprattutto portata avanti dal centrodestra, dell’utilizzo maldestro delle risorse pubbliche.
A partire da Messina ma la domanda coinvolge tutte le provincie e territori chiediamo al presidente Musumeci cosa di concreto è stato fatto per gli Ospedali siciliani per evitare le gravissime difficoltà che già si vivono, per dotare di mezzi, di Dpi, di strumentazione adeguata. Se tutte le strutture ospedaliere sono organizzate per fare i tamponi almeno a quanti si sospetta possano essere contagiati. Quanti posti di terapia intensiva ci sono realmente fruibili nei vari Ospedali siciliani, provincia per provincia, territorio per territorio?
C’è bisogno, a nostro avviso, di un cambio di strategia: oggi è necessario puntare ad aumentare i posti per la cura e per la terapia intensiva e rianimazione , ma anche quelli per la quarantena per i tanti che non hanno luoghi fisici dove realizzarla. Urgente un piano capillare per ogni provincia di utilizzo di strutture sanitarie private o di ex ospedali , l’utilizzo concordato di alcune strutture alberghiere per consentire la quarantena o l’isolamento per casi positivi non gravi. E tanto altro ancora. Se esiste questo piano la Regione lo comunichi ai siciliani perché, al di là dell’avanspettacolo, alla fine è quello che la gente legittimante preoccupata chiede e pretende che si faccia e si sappia.
Infine , riferendoci all’assessore Razza chiediamo – affermano Zappulla e Battaglia _ di verificare e intervenire nelle strutture pubbliche , negli Ospedali, nei pronto soccorso per garantire in primo luogo al personale sanitario ma anche agli stessi degenti tutte le condizioni di sicurezza necessarie: parliamo sia dei dispositivi di protezione individuali ma anche nell’evitare la pericolosissima promiscuità dei contagiati e a rischio con tutti gli altri ricoverati. Vanno definiti, dove già non realizzato, strutture di prericovero e applicate procedure che evitino la contestuale presenza nei pronto soccorso dei possibili contagiati dal corona virus e dei casi ordinari.
Vengono segnalati, inoltre, decine di casi in tutta la Sicilia di ambulanze ferme per ore in attesa della sanificazione dei mezzi ( giungono segnalazioni importanti in tal senso particolari da Agrigento e Messina). Nonostante la dedizione e l’impegno del personale interessato spesso non si riesce a soddisfare la richiesta di interventi e questo per ore. Così come chiediamo di verificare con assoluta urgenza se negli ospedali e reparti destinati a centri covid-19 sono previsti locali adibiti per la vestizione degli operatori del 118. Anche qui emergono evidenti le carenze di mezzi e di personale ma si intervenga in qualche modo ora e subito.
Siamo, infine, convinti – concludono i due esponenti siciliani di Articolouno – che questo non è il momento della pura propaganda autorefenziata, di sceneggiate strumentali al solo scopo di ottenere qualche intervista: è il tempo della serietà, della responsabilità e della collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali, politici, sociali ed economici e per quanto ci riguarda non è il momento della polemica e pur avendo molte cose da rimproverare a Musumeci e al suo governo scegliamo di non farlo ora rinviando a tempi migliori, le nostre sono delle sollecitazioni che speriamo siano colte e utilizzate al meglio nell’interesse generale della salute e della sicurezza di tutti i siciliani”.