di Tiziana Frigione – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Vivere la mancanza, sentire quel desiderio profondo dell’altro, di qualcuno che rispecchi il nostro stesso desiderio di conoscenza, amicizia, verità… amore, è nel cuore dell’uomo fin dalla nascita. Un desiderio che, se tradito dall’incapacità dell’altro, calpestato dall’egoismo, mortificato dall’opportunismo, frainteso, ferito ed ucciso dal giudizio, inconsapevole dell’Amore del Signore, può portare a compromessi, devianze, abusi, disorientamenti, scelte che danno al mondo ed alle relazioni un valore assolutamente negativo, che conducono all’isolamento, come estrema difesa, mentre nell’intimo risuona ancora la nostalgia di un grembo caldo che ci protegga e ci curi, che ci faccia sentire figli. Se conoscessimo veramente il dono di Dio, il Suo infinito Amore, nei nostri cuori risuonerebbero le parole del Salmo: “all’aurora ti cerco”.
Nel cuore della samaritana quel desiderio di amore, confuso e disordinato, stagnante come l’acqua di un pozzo, resiste, insieme al disprezzo di chi è responsabile di tanto fallimento.
Sul desiderio, sempre vivo, nel suo e nei nostri cuori feriti, si sintonizza il desiderio del Signore, capace di abbattere le distanze, le barriere del giudizio, dell’esclusione. Gesù esprime il Suo bisogno di ognuno di noi, il Suo desiderio di donarci un amore unico ed infinito, che sana ogni ferita. Nel sincero dialogo con Lui, ci svela il nostro vero bisogno, donandoci la libertà di chiedere quel rimedio che, in noi, sarà vita e come un’acqua zampillante sarà dono per gli altri. Ci offre dignità, abitando nel nostro cuore e con Lui, partecipiamo al suo progetto di salvezza. Preghiamo affinché questo desiderio umano, purificato dal Suo Amore, diventi esperienza concreta di comunione con Lui ed in Lui, con i nostri fratelli.