di Fra Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Poveretti Pietro, Giacomo e Giovanni: vengono invitati da Gesù a salire sul monte che poi è poco più di una collina, dopo che lo stesso Maestro che qualche giorno prima aveva elogiato Pietro per aver saputo ascoltare la voce delle Spirito, e qualche istante dopo lo avrebbe indicato come Satana, gli suggerisce la vera identità del Messia… proprio strano questo Gesù. Ora li porta in disparte, gli rivela chi veramente è. È proprio nei momenti di confusione che Egli prende l’iniziativa e ci invita ad isolarci con Lui per rivelarsi il nostro Dio, la nostra roccia di salvezza, baluardo e sicurezza.
È nella vetta della preghiera personale, nella relazione intima con Gesù che capiamo che è egli ciò che cerchiamo con affanno: la gioia, la serenità, la pace… la ricchezza… tutto ciò lo troviamo solo attraverso il silenzio e la solitudine, realtà necessarie per stare con l’Amato.
Solo quando si emigra dal proprio io e ci si rifugia nel totalmente Altro si riesce ad avere più chiara l’identità di Gesù, la nostra identità di uomo, di cristiano, di cos’è la nostra storia, la quotidianità, il cammino da fare, e soprattutto si comprende che non siamo soli. Il nostro cammino di fede è un lento apprendistato a fidarci di Dio che dopo essersi rivelato come l’Amato, l’Amico, il nostro Dio e il nostro tutto, ci indica il mondo come luogo da abitare, da amare e non dove spadroneggiare, deturpare e violentare.
È bello stare in disparte, ma noi siamo chiamati a stare tra la gente e il modo per poterlo fare ci viene indicato dal Signore stesso: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. La nostra trasfigurazione comincia quando, invece di pensare e ascoltare noi stessi, cominciamo ad ascoltare Gesù.
In maniera particolare oggi, nel caos che noi stessi abbiamo creato, Gesù ci tocca, ci desta e ci esorta ad alzarci dalle nostre paure e seguire il suo modo di pensare. È davvero bello quello che scrive Matteo l’Evangelista: “Gesù si avvicinò, li toccò e disse: ‘Alzatevi e non temete’. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo”.
Avere paura è umano, ma Gesù ci invita a non averne, ci invita a risorgere dalle paure. Il Salmista recita: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?”
La Trasfigurazione ci indica la Resurrezione. Alla domenica di Pasqua ci si arriva dopo il venerdì santo ed è un passaggio obbligatorio, non ci sono altre vie. La speranza è che non si è soli, il Signore non abbandona nessuno. Egli non vuole il male non è nella sua volontà di Padre, permette la sofferenza, permette le tribolazioni e tutto ciò che l’uomo grazie al suo volere diventare dio opera.
Nelle avversità se sappiamo aggrapparci a Lui ne usciremo più forti e più saggi. Voglio concludere con un pensiero di una giovane appartenente all’Ofs che su Fb ha scritto “Stiamo vivendo la legge del #contrappasso! Fino a poche settimane fa il popolo italiano invocava i porti chiusi, guardava con sdegno allo straniero considerato quasi un “untore”…quante volte avrò sentito dire “questi chissà quali malattie portano in Italia!”… adesso la situazione sembra capovolta…regioni a cui è proibito accedere, Italiani guardati in cagnesco ecc…è l’occasione giusta per #riscoprire l’#uomo! Avere #paura è giusto perché la paura rende saggi… ciò che bisogna combattere è il panico che rende stolti! Meditiamo #andratuttobene …”
Essere trasfigurati è anche saper imparare dagli sbagli commessi, abbandonando la logica umana, sapendo ascoltare quel Figlio Amato nella Parola, affinché il Padre possa compiacersi anche di noi suoi figli diletti.
Trasfiguriamoci nel saper accogliere, nel saper ascoltare, nel saper essere umani.
Non possiamo stare in riunione, non si fa scuola, si sono chiusi i teatri, i cinema, sospesi i campionati sportivi… si deve stare un metro lontani dall’altro, niente strette di mano, niente abbracci… ma chi ti evita di fare una video chiamata, di donare un sorriso, di chiedere all’altro come sta, di inviare un emoticon per dire ti sto pensando.
Non “strasfiguriamoci” ma trasfiguriamoci in un #essereumano per amare da Dio.