Da molti anni la musicoterapia è utilizzata in ambito clinico-riabilitativo per accrescere il benessere delle persone, ridurre lo stress e distogliere da sintomi spiacevoli, e incide positivamente anche nei disturbi del comportamento e psichiatrici, di tipo ansioso o depressivo. Da qui l’idea di un primo esperimento progettuale di matinée musicale dedicato a chi soffre di questi disagi neurocognitivi e demenze e ai loro familiari: appuntamento nella Sala Laudamo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, sabato 22 febbraio, alle ore 10. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra le istituzioni musicali, Ente Teatro e Conservatorio A. Corelli, ASP 5 e associazione dei familiari dei malati (AriAd), vedrà le esibizioni del pianista Salvatore Messina e dalle soprano Giulia Greco e Sarah Ricca, che eseguiranno brani musicali della tradizione melodica italiana e napoletana.
“Mi fa molto piacere accogliere nella Sala Laudamo questo evento dove sarà protagonista la musicoterapia – spiega il presidente del Teatro di Messina Orazio Miloro – strumento prezioso soprattutto per le persone che soffrono di taluni disagi e per i loro caregiver. Un progetto pensato e condiviso con il Modulo dipartimentale Messina Nord della Salute Mentale dell’ASP 5, di cui è direttore il dott. Marco Xerra, il Centro di Psicogeriatria diretto dal dott. Gianplacido De Luca e, naturalmente, col nostro prestigioso Conservatorio Corelli, presieduto da Giuseppe Ministeri, che vanta straordinari talenti, oltreché con l’AriAd presieduta dal Gen. Francesco Alecci“.
“In questi ultimi – dichiara il direttore del Modulo Xerra – è stato dimostrato come la musica agisca proprio sugli aspetti intrapsichici della personalità favorendo una migliore integrazione e una riduzione dei sintomi psichiatrici e comportamentali presenti. Le attività creative e l’esercizio fisico costituiscono un valido supporto alla terapia farmacologica per rallentare l’inesorabile decadimento cognitivo che esse comportano”.
“Il canale sonoro-musicale – dichiara il responsabile della psicogeriatria De Luca – permette l’apertura di un ponte comunicativo nel momento in cui, a causa della malattia, le modalità espressive vertono più sull’utilizzo del canale non verbale rispetto a quello verbale. Perdere il contatto con se stessi e con gli altri è senza dubbio l’aspetto più grave della demenza: la voce, i toni, la mimica, la gestualità e, nello specifico, anche le condotte musicali, possono ricostruire la base comunicativa e relazionale danneggiata dalla malattia”.
“L’evento del 22 febbraio – conclude il sovrintendente del Teatro Gianfranco Scoglio – s’inserisce in un percorso di riabilitazione che vuole coinvolgere non solo i pazienti e i loro familiari ma anche gli operatori sanitari e il tessuto sociale cittadino, nella sua interezza, attraverso il linguaggio universale della musica. Mi auguro che questo prima esperienza si possa ripetere con carattere di continuità, e rappresenti un progetto pilota per l’assistenza socio-sanitaria”.