La Sicilia si appresta a vivere una nuova stagione di lotta. Alla delicatissima situazione economica che da anni grava sull’Isola si aggiunge, infatti, una nuova provocazione che rischia di mettere fuori mercato molti prodotti siciliani:
l’aumento del 30% delle tariffe sui trasporti marittimi causato, sembra, dalle nuove norme dell’Unione europea per l’uso del carburante green.
Contro questo provvedimento gli autotrasportatori si mobilitano perché, se è vero che l’inquinamento rappresenta una questione centrale per gli effetti negativi che produce sull’ambiente e sulla salute, è altrettanto vero che i costi derivanti da tali norme non possono penalizzare il trasporto merci, semmai debbono rientrare in un investimento complessivo degli Stati rivolto alla salvaguardia di un bene comune qual è l’equilibrio ecologico.
Su questa emergenza si mobilitano pure i produttori agricoli, che sono l’anello più debole e tartassato della filiera agroalimentare, i quali vedono il pericolo che il citato aumento porti molti loro prodotti ad uscire dal mercato, ma si mobilitano anche i giovani, disoccupati o destinati ad esserlo, stanchi di dovere cercare un avvenire lontano dagli affetti e dal loro ambiente.
In queste stesse ore si stanno mobilitando pure gli allevatori siciliani, mentre permane un’altra area di protesta che riguarda il prezzo alla pompa della benzina che risulta essere tra i più alti d’Italia, nonostante la Sicilia produca il 28% del greggio nazionale, il 36% del gas e raffini oltre il 50% dei consumi italiani di carburanti.
Nella giornata di apertura dello stato di agitazione i Movimenti e le Associazioni firmatarie del presente documento esprimono la loro solidarietàà agli autotrasportatori ed alle altre categorie in lotta e si schierano al loro fianco, come certamente faranno, in vario modo, tutti i siciliani che non li lasceranno soli, perché la Sicilia ha preso coscienza di non poter rimanere suddita di un Governo centrale colpevolmente latitante da troppi anni, ma anche della politica locale che continua a guardare alla Regione Siciliana, sia dai banchi della maggioranza che da quelli della opposizione, come ad un territorio nel quale occorre gestire l’ordinaria amministrazione e non una emergenza economica e sociale di carattere generale.