“Accoglienza, dialogo, annuncio nella forma della Carità in una Chiesa sinodale”: attorno a questo tema si riuniranno venerdì 22 e sabato 23 novembre gli Uffici regionali per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, quello per la Carità, quello per le Migrazioni e l’Ufficio regionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese.
“Saranno due giornate di studio e di riflessione per riappropriarci del significato di parole dicui forse abbiamo smarrito il senso. La declinazione attuale di termini fondamentali per la vitacristiana, come accoglienza, dialogo, annuncio, carità e sinodalità, dice tutto ed il contrario di tuttoe ci abbandona in un mondo caotico, senza più una bussola che ci orienti nella navigazione. Purtroppo – dice Mario Affronti, direttore dell’Ufficio regionale per le Migrazioni – dobbiamo constatare che anche nel nostro mondo, quello dei cattolici praticanti, nel rispetto delle posizioni di tutti, c’è una buona parte che dice di no all’accoglienza, vanificando nei fatti gli altri momenti dell’agire cristiano. Evidentemente qualcosa non ha funzionato nel nostropercorso di evangelizzazione. Prima di naufragare ed annegare in queste alluvioni di parole diventate vuote – aggiunge Affronti -, abbiamo bisogno di capire e di conoscere per poter agire alla luce della parola bella e vera. Gli illustri relatori ci aiuteranno a trovare le radici teologiche ed ecclesiologiche oltre che profondamente umane di queste parole che, così purificate, avranno una vibrazione diversa da tutte le altre in quanto parole di verità e di vita. Come va declinata la sinodalità della Chiesa? Come la Chiesa siciliana ha vissuto l’accoglienza? Come agire in questa mare in tempesta? Come vivere queste parole?”.
A guidare la riflessione saranno mons. Rino La Delfa, che interverrà sulla sinodalità della Chiesa, don Massimo Naro, chiamato a dare lettura e interpretazione sul vissuto della Chiesa in materia di accoglienza, e don Cosimo Scordato, il quale terra una relazione sul “Declinare la sinodalità”. Previsto anche un momento di confronto e di dialogo con i vescovi delegati per i diversi settori coinvolti: mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, per le Migrazioni; mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, per l’Ecumenismo; mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, per le Missioni; mons. Giovanni Accolla, arcivescovo di Messina, per la Carità. L’accoglienza, il dialogo e l’annuncio, nel titolo del convegno, devono infatti avere la “forma della Carità”.
Ma qual è questa forma? “La nostra Chiesa locale è pure chiamata, in un momento storico impregnato di ‘sovranismo territoriale e culturale’ ad ‘andare in controtendenza ed investire le energie ad extra’. Ciascuno di noi è una missione nel mondo. Non si tratta solo di partire fisicamente per il mondo, si tratta di avere a cuore tutto il mondo“. A parlare è Giuseppe Paruzzo, direttore dell’Ufficio regionale per la Carità. “Don Tonino Bello avrebbe detto: ‘La Carità non ammette di essere raccontata. Deve essere vissuta. Anzi, l’unico linguaggio che sopporta è quello delle opere. Le parole che la descrivono sono solo sbavature’. Questa è la forma della Carità – aggiunge Paruzzo -, non quella che si ferma alle parole, ma quella che agisce con le opere-segno, che sono segno della presenza di Dio in questa terra. La presenza dei fratelli migranti non può essere vista come un problema, ma come un’occasione che abbiamo per vivere accanto a loro. Un occasione che abbiamo per servire. I migranti sono un dono che Dio sta facendo a noi credenti. Quando non penseremo più a loro come un problema da risolvere ma come un dono – conclude -, solo allora saremo accoglienti“. Per Mario Affronti, “l’appuntamento rappresenta una tappa di un cammino pastorale avviato il 19 ottobre 2018. In quella occasione, a partire dalla specificità dei quattro uffici coinvolti nel progetto – Caritas che è cuore di ogni azione pastorale, Ecumenismo che è dialogo, Missio per annuncio e Migrantes per l’accoglienza -, e dalla constatazione del mutamento profondo della realtà della società e della necessità di una pastorale integrata, che renda più efficace ed incisiva un’attività nelle frontiere dell’annuncio del Vangelo, si è giunti alla decisione di iniziare un cammino sinodale, mediante l’organizzazione di una giornata di studio che avesse le migrazioni come elemento comune con auspicabili ricadute a livello regionale e diocesano”.