Un divario tra nord e sud evidente ed impietoso. Sono i dati della classifica stilata per il 2019 da ItaliaOggi e l’Università La Sapienza, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione, che studia la qualità della vita analizzando affari e lavoro, ambiente, istruzione, tempo libero e turismo di 107 città italiane.
Trento la prima, Agrigento l’ultima. Messina è posta al 95esimo posto, dopo la dirimpettaia Reggio Calabria. Insomma quasi l’intero Meridione è nelle postazioni più basse della classifica: qualità della vita scarsa rispetto al resto del paese per 35 province su 38 del Mezzogiorno e delle isole. Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente.
Dunque la provincia autonoma di Trento prima città per la qualità della vita nel 2019: eccellenza per gli affari e il lavoro, l’ambiente, l’istruzione e la formazione, il tempo libero e il turismo; ultima è invece la siciliana Agrigento, risultata carente quasi sotto tutti gli aspetti e le dimensioni della qualità della vita (dagli affari e lavoro fino al tenore di vita) fatta eccezione per la dimensione demografica e per la sicurezza.
Per incontrare le prime province del Mezzogiorno bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69 e al 70 posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera.
In Sicilia, la prima provincia per qualità della vita è Ragusa, al 93esimo posto, seconda è, come detto, Messina al 95esimo. A seguire, Palermo (98esimo posto); Enna (99esimo); Siracusa (100esimo); Trapani (101esimo). Nel podio delle peggiori province siciliane in termini di qualità della vita ci sono Caltanissetta, in 103esima posizione, Catania 104esima, e fanalino di coda, appunto, Agrigento al 107esimo posto.