Con una lettera indirizzata al sindaco De Luca, l’assemblea di Arcigay Messina torna nuovamente a chiedere la revoca delle deleghe dell’Assessore Trimarchi dopo le affermazioni rese tramite social di confronti di Carola Rackete, quando in un commento su facebook la definì una trans.
Ecco il testo della
Egregio signor Sindaco,
abbiamo deciso di far passare due mesi prima di sollecitarLa nuovamente, perché speravamo potesse davvero cambiare qualcosa e mantenere le promesse che aveva fatto. Purtroppo le nostre aspettative sono state deluse.
La questione che stiamo sollevando è molto più seria di quanto possa apparire: il vergognoso commento dell’Assessore Trimarchi si pone come un attacco nei confronti non solo della comunità LGBTI+, ma anche nei confronti delle donne, dei migranti (dato che il commento aveva natura politica e nasceva come attacco nei confronti di Carola Rackete, responsabile del salvataggio di decine di vite umane a bordo della Sea Watch) e di tutti quei cittadini la cui sensibilità è stata offesa.
Infatti, nonostante il mondo odierno possa sembrare più aperto e inclusivo nei confronti di chi è soggetto a discriminazioni, la marginalizzazione e lo stigma sociale non sono stati eliminati del tutto e costituiscono ancora oggi un pericolo per il pieno e armonioso sviluppo della nostra società.
Come Assessore all’Istruzione e Cultura, Trimarchi non rappresenta solo se stesso e la sua opinione, ma anche noi: le sue parole non ci offendono come membri della comunità LGBTI+, ma come cittadini.
Non possiamo permettere che le istituzioni diano tale esempio di intolleranza ed ignoranza, soprattutto dati i gravi casi di odio e violenza che tuttora si registrano in Italia: gli omicidi e i pestaggi nei confronti delle persone transessuali sono tanto comuni da non finire neanche in televisione.
Il primo modo di tutelare le stesse è rispettare la loro dignità, utilizzando i pronomi appropriati, rispettando i nomi che hanno scelto per rappresentarsi, rifiutando di cadere vittime dei pregiudizi che troppo spesso sembrano guidare la nostra prospettiva.
La transessualità non è il sintomo di degrado e disordine, come traspare dalle parole dell’assessore e non può essere utilizzata alla stregua di un insulto. Ed è per tale ragione che esprimiamo la nostra indignazione per il modo in cui Lei ha deciso di gestire quanto accaduto.
Non solo avevamo subordinato le nostre scuse alla rassegnazione delle deleghe in mano Sua, ma eravamo anche stati rassicurati su un altro esito rispetto a quello che con la sua giunta Lei ha decretato.
A distanza di mesi l’Assessore presiede la funzione di rappresentanza dell’Istruzione, istituzione fondamentale nella nostra società per educare i giovani alla comprensione, all’accettazione e all’inclusione dell’altro in quanto diverso.
La nostra richiesta non è il segno di una pretesa, ma di un’esigenza: abbiamo bisogno di istituzioni che rappresentino davvero tutti i cittadini, non solo quelli che è più comodo rappresentare.
Siamo stanchi di parole vuote e facili promesse, speriamo che Lei possa garantire in modo tangibile la tutela delle pari opportunità di tutti cittadini.
Esigiamo pertanto che Lei si faccia portavoce dei nostri bisogni, come prima carica cittadina, dando reale valore alle nostre richieste, a partire dalla revoca della delega all’istruzione all’Assessore Trimarchi (confidando che non gliene venga attribuita alcuna), così da gettare le basi per l’avvio di un percorso condiviso e realmente proficuo tanto per le istituzioni, quanto per la cittadinanza.