“Le leggi ci sono, la tecnica ed i progetti innovativi anche, ma a cambiare deve essere soprattutto il paradigma mentale”.
E’ stato questo lo spirito che ha animato l’evento organizzato da Confedilizia Messina dal tema “Le barriere architettoniche negli edifici” e che si è svolto nella Sala Consiliare di Palazzo dei Leoni.
Tecnici, amministratori, associazioni si sono confrontati basandosi non soltanto sulla normativa, ma sulle esperienze concrete, soffermandosi anche su alcuni progetti che interessano il territorio di Messina.
Occasione del dibattito è stata la “16esima Festa del Condominio” che ha visto la partecipazione anche degli ex studenti dell’Istituto Minutoli che hanno portato all’attenzione della platea idee progettuali di grande interesse e attualità.
Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confedilizia Messina Sebastiano Maio, che si è soffermato sulle ragioni che hanno spinto gli organizzatori ad affrontare una tematica che, nonostante un’ampia normativa, è di fatto rimasta spesso nei cassetti.
La responsabile del Registro amministratori immobiliari di Messina, Emanuela Lenzo, ha illustrato ai presenti le nuove opportunità occupazionali e di aggiornamento che il settore offre, soprattutto alla luce di interessanti sinergie.
E’ toccato al vicesindaco di Messina, Salvatore Mondello, fare una disamina della situazione attuale per quanto riguarda le opere pubbliche. L’ostacolo maggiore, ha spiegato, non è sotto il profilo normativo o tecnico, ma la mentalità. Ha raccontato un episodio avvenuto in Campania nel corso di alcuni controlli che ha effettuato come professionista in alcuni immobili pubblici per accertare l’adeguamento alla normativa in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. “Mi è capitato che, spostandoci da un locale all’altro mi facevano trovare lo stesso identico presidio, chiamato tecnicamente scoiattolo. Non cambiavano nemmeno la targa identificativa”.
L’amministrazione comunale che di recente su sollecitazione dell’UIC (unione italiana ciechi ed ipovedenti) ha avviato un tavolo tecnico sulle criticità da risolvere, sta operando in questa direzione. In realtà vi è un’intera tipologia di interventi che possono essere realizzati anche senza eccessivi costi e che davvero cambierebbero l’approccio alla vivibilità del territorio.
Le disabilità infatti, come correttamente ha rilevato Linda Legname presidente del Centro regionale Helen Keller “vengono considerate come una problematica che riguarda una categoria minoritaria di persone, ignorando invece il fatto che è l’intera comunità ad avere vantaggio da una migliore qualità della vita”. Avere una vista meno efficace, non sentire, non avere capacità motoria eccellente sono tutte disabilità che possono interessare ognuno di noi anche temporaneamente o nella fase della vecchiaia. Non si tratta di problematiche circoscritte.
“Noi volontari lavoriamo tantissimo. Formiamo ad esempio i non vedenti o ipovedenti. Seguono i corsi, sono tutti molto bravi e pronti ad affrontare la realtà esterna. Poi però, nonostante il nostro lavoro, quando camminano in una strada, per esempio a Messina, riscontrano una realtà che è l’opposto rispetto a quanto hanno appreso”.
A Messina, per fare un esempio, gli scivoli sono occupati dalle auto parcheggiate, spesso, se fatti male, costituiscono un pericolo. Le strisce non sono realizzate come dovrebbero, manca la segnaletica come prevista dalla normativa. Ma sono solo piccolissimi esempi di un lavoro da fare che però ha come primo passo la trasformazione della mentalità.
Ed è su questo che si è soffermato Mario Barbuto, presidente nazionale Uic, che tra il racconto di un’esperienza ed una proposta, ha ricordato come “spesso le normative diventano opprimenti e pretesto per non intervenire”.
Illuminante in questo senso è stato l’intervento di Massimo Russo, istruttore di cani guida, che ha raccontato le difficoltà incontrate quando, bendato, ha iniziato a percorrere strade, piazze, uffici pubblici, a Messina, per “testare” in modo concreto quel che un non vedente affronta ogni giorno.
Sono stati poi gli ex studenti del Minutoli ad illustrare due progetti realizzati nell’ambito di un’iniziativa nazionale (Fiaba), che li ha visti tra i premiati a livello nazionale. Si tratta di progetti per l’abbattimento di barriere architettoniche all’ex Gil (l’ingresso ha solamente scale senza alcuno scivolo ed anche le parti esterne alla pista non sono adeguate), alla scuola Albino Luciani ed al Gran Camposanto. I futuri geometri, accompagnati dal professor Antonio Giacoppo e dal preside Pietro La Tona, hanno spiegato nel dettaglio sia le ipotesi progettuali che la filosofia che li ha spinti ad affrontare queste tematiche.
Un altro progetto di grande interesse è quello portato avanti dal gruppo FRCLab@Unime e che è stato illustrato dal dottor Giuseppe Venuto. “Goforit- esperienza prima della partenza” è un progetto che unisce la realtà virtuale alla necessità di abbattimento delle barriere archiettoniche. Attraverso l’app e formule come la realtà aumentata, e il progetto “Tagga Tagga” si offre la possibilità agli utenti con disabilità che vogliano recarsi in un posto, per turismo o per qualsiasi altro motivo, di scoprire prima dallo smartphone eventuali ostacoli oppure accessi facilitati. Come dice Barbuto la parola d’ordine per quanto riguarda appunto l’accesso agli edifici è AVA (accessibilità, visitabilità, adattabilità).
Il presidente di We-unit Giovanni Grimaldi ha quindi illustrato le possibilità di agevolazioni per il finanziamento di opere legate all’abbattimento delle barriere o di adeguamento degli immobili.
L’incontro si è concluso con la cerimonia di consegna dei diplomi agli amministratori di condominio che hanno partecipato al corso di formazione edito da La Tribuna in collaborazione con Confedilizia. A chiudere i lavori è stato Corrado Sforza Fogliani, Presidente nazionale del Centro Studi di Confedilizia, giornalista pubblicista, autore di numerosi codici e testi giuridici, Presidente Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, Presidente d’onore della Banca di Piacenza.