”‘Italia Viva è un partito personale’. Ossessivamente ce lo sentiamo ripetere. Prodi, Zingaretti, oggi Martina, D’Alema, solo per citarne alcuni. Addirittura quest’ultimo, dall’alto delle sue percentuali a due cifre, ci paragone al Partito Repubblicano, lui, il Turigliatto 2.0.Italia Viva è un partito con una leadership forte, che è un’altra cosa. Confondere leadership con personalismo è molto facile, ma è stato sempre uno dei grossi limiti della sinistra italiana. Secondo certi soloni, i leader dovrebbero smettere di esercitare la loro leadership altrimenti finiscono per diventare padroni. Follie fuori dal mondo, fuori dalla storia, fuori dalla grazia di Dio”.
Così su Facebook il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.
“Il massacro continuo a Renzi nel Pd – continua – derivava da questa concezione. Leadership uguale destra, collettivo uguale sinistra. Già il fatto che ci sia chi considera questa impostazione una follia, potrebbe da solo giustificare la necessità di un nuovo partito. Se poi ti rendi conto che “collettivo” non vuol dire più democrazia, più partecipazione dei militanti, degli elettori, ma semplicemente più caminetti, la distanza si fa siderale. Tanti capi corrente che scelgono un primum inter pares che se prova ad alzare la testa gli viene immediatamente mozzata. Macabro esempio, ma rende l’idea”.
“A proposito di idee – aggiunge Faraone – da queste è nata Italia Viva. Eravamo stanchi di vedercele annacquate in un contenitore indistinto a cui aderiscono a distanza di qualche ora, una dopo l’altra, Boldrini, Bindi, Lorenzin, tutte insieme appassionatamente. Anche questo basta da solo per giustificare la nascita di Italia Viva. Finalmente potremo esprimere il nostro pensiero senza che venga cannoneggiato dentro le nostre mura, prima ancora che i cittadini possano conoscerlo.”
“La difesa dei mille giorni di governo Renzi – conclude – è già un impianto programmatico profondamente diverso da chi non vede l’ora di lasciarsi alle spalle quell’esperienza e la disconosce continuamente. Naturalmente non basta, programmi ed idee vanno continuamente aggiornati e la Leopolda sarà l’occasione.”