Alle ore 18:00 di venerdì 27 settembre 2019, nei saloni espositivi del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe la Motta, verrà inaugurata la mostra di Bruno Samperi con la presentazione critica di Mosè Previti. Saranno presenti il Presidente Orazio Miloro e i consiglieri d’amministrazione.
Bruno Samperi (Messina, 1933) è uno degli artisti più prolifici della Messina contemporanea.
Il suo nome è molto noto nell’ambito dei collezionisti e degli amatori, una schiera cui bisogna aggiungere un lunghissimo elenco di uomini e donne che hanno incontrato questo artista innamorandosi immediatamente del suo lavoro. A dispetto di questa fama, Bruno rimane, è ed è sempre e stato, un artista molto coerente con la sua volontà e con le sue idee, un artista intensamente romantico, intensamente innamorato dell’arte, dell’arte intesa come vita.
L’intensità di questa passione è testimoniata da una produzione ininterrotta che dalla fine degli anni ’50 arriva ai giorni nostri, oltre che dalla libertà assoluta con la quale Samperi amministra e gestisce il suo lavoro, sempre molto richiesto, sempre sfuggente. Organizzare una mostra di Bruno Samperi è un’impresa, la sua ritrosia nell’accettazione dei rituali e delle prassi professionali dell’arte è un fatto noto che fa parte della sua personalità. Non è un vezzo, piuttosto l’esito dia filosofia personale che egli ha sempre il piacere di discutere, di argomentare con nuovi risvolti, nuove prospettive. Innanzitutto, Samperi rifiuta la definizione di “artista” e preferisce di gran lunga quella di “artigiano” se non addirittura di “apprendista artigiano”. In più occasioni mi ha riferito che considera la sua opera come il frutto della storia di tutte le opere prima di lui, oltre che dei suoi incontri personali.
Di fatto, l’arte di Samperi si nutre di innumerevoli influssi che dall’espressionismo, passano per l’astrattismo, fino ai maestri del Seicento europeo. Ma la pittura di Samperi è sempre totalmente libera, sempre felice, spontanea nei generi che l’artista attraversa continuamente: autoritratto, natura, paesaggio, etc. La natura è l’elemento centrale della poetica di Samperi, la matrice, il soggetto che ritrae e l’oggetto ritratto, il pittore e la tela, il cavalletto, la sedia. Ogni cosa è natura ed è legata all’artista dall’identica energia che anima il mondo: le sue opere ne sono totalmente impregnate.
La sua pittura vibra, a volte di drammatica inquietudine, a volte di esplodente gioia di vivere, a volte di un dolce chiarore in grado di far splendere gli oggetti nella penombra. Certo è il “ductus”, il tratto samperiano, la sua mano di pittore che genera questa vibrazione ma essa dipende da un’empatia profonda, totale, con tutto ciò che esiste, ed è la sua fremente accettazione che affascina, che seduce l’occhio dello spettatore. Non ci sono molte spiegazioni possibili, per quanto il critico possa cercare di affondare il bisturi, Samperi rimane infrangibile nell’ariosa e fascinosa potenza della sua pittura.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il sabato e la domenica, dal 27 settembre all’8 ottobre, nelle fasce orarie 10:00-13:00 / 16:00-19:00.