Dagli oltre 7 milioni del 2010 ai 3 milioni 700.000 del 2019, che bastano appena per pagare gli stipendi dei 59 dipendenti. E ancora: appena 25 le giornate di lavoro per tecnici esterni e orchestrali. Sono i numeri agghiaccianti dell’Ente Teatro di Messina. Durante l’incontro di stamane con i nuovi vertici del CdA e con il soprintendente Gianfranco Scoglio, al quale ha partecipato anche l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina, il sindacato autonomo SIAD ha messo i puntini sulle “i”.
“Ringraziamo l’assessore Messina per la disponibilità a incontrarci -commenta il segretario generale Clara Crocè, presente con il segretario provinciale Nino Giuffrè e con la rappresentante dell’orchestra Viola Adamova– per confrontarsi sui problemi atavici dell’ente, che negli anni la politica non ha risolto. I dati di quest’anno relativi alla programmazione sono drammatici, ma bisogna anche discutere delle risorse e dell’equiparazione dei dipendenti al contratto dei regionali. Tutte istanze che, nonostante le numerose richieste avanzate, la Regione Sicilia ancora non ha risolto, limitandosi a inviare l’ennesimo commissario, che però non è riuscito a concludere nulla rispetto al problema dell’interpretazione della normativa. Come SIAD, attraverso l’ARAN abbiamo chiesto un tavolo regionale per dare piena attuazione per i 59 dipendenti al contratto dei regionali. Indispensabile poi -conclude Crocè- definire una volta per tutte l’annosa questione della stabilizzazione del personale precario tecnico e dei musicisti, che non è più rinviabile dopo oltre 10 anni di vane e inutili promesse rimaste sulla carta dei politici che via, via si sono avvicendati e due leggi inapplicate. In ogni caso -ha concluso la dirigente sindacale- siamo pronti a collaborare perché il teatro è di tutti i cittadini e deve essere gestito nel miglior modo possibile, bandendo personalismi e lavorando seriamente a un progetto comune di rinascita”. A dare voce alle istanze degli orchestrali Viola Almmodova, che chiesto con forza che anche Messina “si doti finalmente di un’orchestra stabile come gli altri teatri”. Per il SIAD è quindi urgente e necessario aprire un confronto a livello regionale sia per quanto riguarda l’uniformità degli istituti contrattuali dei dipendenti del teatro, ma anche per comprendere quali prospettive di stabilizzazione possono esserci per il personale tecnico e gli orchestrali. L’assessore Messina ha dichiarato senza mezzi termini che “l’assessorato regionale alla Cultura non darà un euro in più di quanto previsto se non si metteranno in atto alcune condizioni che consentiranno al teatro di reperire dei finanziamenti esterni. Somme che non possono essere erogate dalla Regione perché non ci sono le risorse: quindi è l’Ente Teatro che deve scommettere e ricercare nuovi fondi. Sto cercando di recuperare le risorse del FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo -ha poi aggiunto Messina- ma per il resto è chiaro che bisogna lavorare in sinergia per la ricerca di nuovi finanziamenti. Sono disponibile a venire qui ogni mese per individuare tutti insieme le soluzioni migliori per rimettere in moto questo teatro, che ha una storia diversa da quello degli altri teatri siciliani visto che per 70 anni è stato chiuso”.