L’inferno quotidiano. Dal 2016 continue erano infatti le vessazioni subite da una donna di Fondachello Fantina, che alla fine ha avutoil coraggio di cercare aiuto ai Carbinieri che grazie ad una task force sui reati di genere non hanno perso tempo a porre fine al clima di violenza. Nel pomeriggio di ieri, infatti, i militari della Stazione di Fondachello Valdina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di un uomo, A.L.S di 42 anni, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate nei confronti della moglie.
Il provvedimento è l’epilogo di una lunga e articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina.
I dati raccolti, anche sulla base delle dichiarazioni di persone vicine al nucleo familiare, hanno consentito di ricostruire un lungo periodo di vessazioni e umiliazioni subite dalla donna, iniziato nel 2016 e connotato da violenze, fisiche e psicologiche. L’uomo, infatti, molto spesso si dimostrava aggressivo nei confronti della moglie, la quale veniva costretta a subire, a volte anche in presenza dei figli, ingiurie, minacce, percosse e lesioni personali.
Gli uomini dell’Arma, attivando la Task force formata a livello provinciale da Carabinieri specializzati nel contrasto alla violenza di genere, hanno condotto l’attività d’indagine che ha consentito di documentare il comportamento tenuto dall’uomo anche dopo l’interruzione della relazione coniugale. Sulla scorta delle risultanze investigative, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Messina, ha emesso nei confronti dell’uomo un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere.
L’uomo arrestato dai carabinieri è stato tradotto presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Anche in questo caso si è avuta la conferma di come la prontezza della risposta della Polizia Giudiziaria nei casi di vittime di violenze di genere sia conseguente alla specifica preparazione professionale e sensibilità degli operanti nell’affrontare tali reati, per i quali è altissima l’attenzione e la sensibilità della Procura della Repubblica di Messina che ha stabilito precise modalità operative per giungere, quanto più rapidamente possibile, a tutelare le vittime vulnerabili. In tale contesto è però fondamentale la denuncia da parte delle vittime di tali reati o delle persone che sono più vicine a queste ultime, così da consentire all’Autorità Giudiziaria e alla Polizia Giudiziaria di poter prontamente intervenire a loro tutela, così come è avvenuto in questo caso.