L’assessore Calafiore ha illustrato le risultanze del tavolo tecnico tenutosi lo scorso 14 agosto presso l’assessorato ed al quale anche la Comunità Africana era stata invitata. Sono state esposte le strategie per mettere in campo le organizzazioni di volontariato e anche i rappresentanti della comunità africana, i quali hanno dimostrato disponibilità a portare avanti un percorso comune.
Si è ribadita la necessità di un censimento al fine di verificare se oltre alle circa 80 persone che vivono per strada ci sono realtà non ancora individuate. Si è discusso altresì delle risorse economiche illustrate al recente Consiglio Territoriale dell’immigrazione tenutosi in prefettura e del reperimento di altra struttura in aggiunta a quelle già operanti nel territorio, il cui sopralluogo sarà effettuato la prossima settimana. La volontà è quella di rafforzare la rete territoriale già presente e particolarmente efficiente nel territorio per offrire una maggiore risposta ai bisogni attraverso un modello virtuoso basato sulla condivisione.“Nel prendere atto delle situazioni di disagio sociale – dichiarano i tre componenti della Giunta De Luca – e pur confermando le azioni già intraprese per la risoluzione del problema, l’Amministrazione comunale si dichiara pronta a fare la propria parte ma ribadisce con fermezza la propria linea per il ripristino del decoro urbano e per garantire la sicurezza urbana contro ogni forma di prevaricazione, proveniente da chiunque. Alla richiesta della Comunità Africana di revocare l’Ordinanza Sindacale, oppure di modificarla alleggerendola o, peggio ancora, disapplicandola nei fatti, l’Amministrazione comunale ha risposto esplicitamente con un diniego e con la conferma di agire a tutela della intera collettività, troppo spesso esposta a forme di questua esperite con modi minacciosi, che espongono a pericoli i soggetti – donne, anziani e bambini”.“A chi accusa l’Amministrazione comunale di ispirarsi al modello Salvini – chiosa il Sindaco De Luca – opponiamo la concretezza della nostra azione, che non si limita a vuoti proclami o a mere dichiarazioni clamorose, ma al contrario mette in campo le proprie risorse, per realizzare un programma noto, già esposto in campagna elettorale, che prevede il ripristino della legalità e nel fermo contrasto di ogni forma di abuso che attenti al decoro ed alla sicurezza urbana”.
“Il pugno duro noi lo mostriamo ed usiamo nei confronti di tutti – conclude il Primo cittadino – a prescindere dal colore della pelle e dalla nazionalità. Lavoriamo per difendere il territorio e valorizzarlo. Su questo punto non si transige, anche con metodi eclatanti per richiamare l’attenzione su situazioni che ormai erano tollerate da troppo tempo. Della serie che si devono svegliare tutti. Di fronte a semplici provvedimenti ma con l’ipocrisia di chi dovrebbe metterli in pista e fa finta che non esistano, voltandosi dall’altro lato del problema, noi anche con metodi che possono apparire spregiudicati, diciamo a chiare lettere: non ci stiamo ed agiamo. Le norme ci sono, vogliamo che vengano applicate e occorre farle rispettare”.
Intanto la Comunità africana di Messina e la Rete antirazzista messinese ringraziano la Messina solidale per la splendida mattinata di partecipazione. Almeno un centinaio di persone hanno sfidato il caldo e presenziato al sit-in al fine di esprimere la propria indignazione per la bieca criminalizzazione della povertà e l’uso abominevole dei social media per fini punitivi. Misure che riattivano la gogna e il repertorio penale pre-moderno. Ma la giornata si può ritenere un successo perché l’amministrazione ha incontrato una delegazione della Comunità, riconoscendola come parte nei tavoli tecnici sui servizi sociali che si terranno nel futuro prossimo. La delegazione ha espresso tutto il proprio sdegno per quanto accaduto e avanzato delle proposte per ciò che riguarda abitazione e lavoro. Senza distinzione di nazionalitá. Per gli stranieri così come per gli italiani. La questione fondamentale, rimasta al momento sostanzialmente inevasa, resta però quella del ritiro dell’ordinanza, fortemente voluta dalla Prefettura e dal Comitato per l’ordine e la sicurezza. Questa ordinanza, infatti, pregiudica qualsiasi autentico percorso di integrazione, leggendo i fenomeni di povertà secondo categorie penali. Tuttavia mettere un piede dentro questi processi resta fondamentale e siamo soddisfatti per esserci conquistati questo primo momento di interlocuzione.