Come si ricorderà, lo scorso 19 luglio, la Polizia di Stato di Messina è stata impegnata in una complessa operazione che ha portato all’arresto di 12 persone, tra esponenti di spicco e fiancheggiatori appartenenti ad una cellula criminale dedita al traffico di droga.
L’operazione di polizia in argomento, convenzionalmente denominata “Tunnel”, rappresentava l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su una pericolosissima cellula criminale che disponeva di armi, trafficava in droga (di almeno due differenti tipologie) e per lo più operava nel quartiere popolare cittadino “Mangialupi”.
In particolare, le indagini avevano permesso di individuare gli assetti di una compagine delinquenziale che vedeva interagire e concorrere soggetti italiani ed albanesi impegnati, con differenti ruoli e mansioni, nell’importazione di rilevanti quantitativi di stupefacente dai Balcani.
Nel corso dell’operazione, tre stranieri di origine albanese, coinvolti a vario titolo nel sodalizio scoperto, risultavano irreperibili e pertanto venivano attivamente ricercati.
Lo scorso sabato 3 agosto, giungeva al termine la latitanza di uno dei tre stranieri ricercati, in quanto veniva sorpreso, presso il Porto di Brindisi, nel tentativo di imbarcarsi sulla nave-traghetto diretta in Albania.
Gli investigatori della Squadra Mobile messinese, con il diretto coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, elaboravano una vincente strategia per pervenire alla cattura di Klaidi KACA , classe 1989. Infatti, attraverso una nuova e puntuale analisi delle informazioni relative al predetto e raccolte nel corso delle indagini, l’acquisizione di nuovi dati, il riscontro e l’incrocio di altre notizie relative ai luoghi ove poteva trovare rifugio, all’attività lavorativa espletata ed alla presenza o meno in territorio italiano, gli operatori della Squadra Mobile, con l’attiva collaborazione dei colleghi dell’Ufficio di Polizia di Frontiera di Brindisi, riuscivano a individuare e bloccare, mentre era alla guida di un mezzo per il trasporto persone, il menzionato KACA che, di lì a poco, si sarebbe imbarcato sulla nave che collega l’Italia all’Albania.
Al KACA, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Messina, viene contestato – oltre al diretto coinvolgimento in singole azioni di spaccio di droga – la partecipazione all’associazione per delinquere “finalizzata al recupero e successiva cessione a terzi di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana (…) Con l’aggravante di essere in numero superiore a dieci; della disponibilità di armi e di essere, taluni dei partecipi, dediti all’uso di sostanze stupefacenti”.
Dopo il rintraccio e, quindi, la cattura, il KACA è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi ove sarà trattenuto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento restrittivo cui si è accennato.