Il Gup ha rinviato a giudizio l’ex parlamentare del Pd poi passato a Forza Italia Francantonio Genovese, otto suoi familiari e una sua società per violazioni fiscali, con la cancellazione invece delle accuse di riciclaggio, nell’ambito dell’udienza preliminare per il “tesoro” che sarebbe stato nascosto all’estero e poi importato in Italia.
Rinviati a giudizio oltre a Francantonio Genovese il figlio Luigi, attuale parlamentare regionale, la moglie Chiara con le sorelle Rosalia ed Elena Schirò e gli altri familiari Marco Lampuri, Franco Rinaldi, Daniele Rizzo e la società L&G.
Secondo l’accusa Genovese avrebbe portato in Italia un ingente patrimonio esportato prima all’estero e poi, in parte rientrato in Italia dopo aver “attraversato” società diverse e in parte intestate a familiari. Il notaio Stefano Paderni ha scelto l’abbreviato e per lui l’accusa ha chiesto la condanna a 2 anni e mezzo. Tornerà davanti al Gup per la decisione il prossimo 20 marzo.
Poi il Gup Monica Marino ha ascoltato i difensori, gli avvocati Nino Favazzo, Antonio Amata, Alessandro Billè, Paniz e Marcello Parrinello e dopo 3 ore e mezzo di camera di consiglio, ha dato lettura della propria decisione: le ipotesi di reato fiscale meritano di essere approfondite al processo, che comincerà il 20 marzo davanti al giudice monocratico per turri gli indagati, ad eccezione della società. Per tutti è stato dichiarato il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato per le accuse di riciclaggio e autoriciclaggio.