”Ora sulla Sea Watch 3 con la capitana Carola Rackete e i 42 migranti ospiti dell’imbarcazione. Le condizioni, dopo 15 giorni bloccati mare, sono quelle che vedete nelle foto, spazi angusti e persone allo stremo, sia sotto il profilo fisico che sotto quello psicologico. Alcuni di loro minacciano di suicidarsi, sono disperati, non comprendono appieno cosa stia accadendo e quali sono i piani delle autorità. La disumanità di questo governo deve trovare un argine nel diritto internazionale”: lo rende noto Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa.
“L’ingresso della Sea Watch nelle acque territoriali italiane è l’unico esito coerente con il senso di umanità e con le norme internazionali e nazionali sul salvataggio della vita in mare. Con il tempo ciò emergerà con chiarezza”.
“La disumanità sta nel lasciare queste 40 persone al limite delle acque territoriali italiane aspettando che, ad una ad una, le loro condizioni di salute peggiorino per portarle a terra con evacuazioni mediche, come avvenuto nei giorni scorsi. Ancora una volta si usano naufraghi come ostaggi per una patetica e brutale dimostrazione di forza del governo italiano che, a ben vedere, rivela tutta la sua impotenza, se è vero come è vero che negli stessi giorni sono giunti a Lampedusa centinaia di altri naufraghi a bordo delle motovedette della Guardia costiera italiana o direttamente in porto con imbarcazioni di fortuna”, ricorda il deputato radicale”.
“Ho deciso di venire a Lampedusa per manifestare sostegno e vicinanza ai naufraghi, all’equipaggio della Sea Watch 3 e anche a chi, come don Carmelo La Magra, da giorni chiede alle istituzioni italiane un po’ di umanità. Voglio seguire da vicino l’evolversi della situazione che mostra anche la prima applicazione del c.d. Decreto sicurezza bis: una norma profondamente incostituzionale”, denuncia Magi.