Messaggi in codice, ma non troppo. E’ facile intuire infatti che, in un paese dove le istituzioni stanno lasciando il posto alla personalizzazione che inevitabilmente indebolisce il sistema della rappresentanza in uno stato democratico, la presenza dell’ambasciatore tedesco Elbing a Messina sia stata occasione per mettere i puntini sulle i e chiarire i rapporti di “forza” in città.
Il pensiero sorge spontaneo se si osserva come nell’ambito di un viaggio in Italia per esaltare la radice popolare dell’Europa intesa come integrazione di cittadini e culture e valorizzare i rapporti tra i due Paesi, l’ambasciatore Elbling abbia incontrato i messinesi nell’auditorium della Fondazione Bonino Pulejo, promotrice dell’evento che ha avuto come media partner la Gazzetta del Sud.
Nel pubblico, tra gli altri (si legge nella cronaca) il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, il prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi.
E infatti l’unico incontro istituzionale (a meno che la Gazzetta non sia da considerarsi come per Porta A Porta, la “terza camera”, sebbene Morgante non sia Vespa) è stato quello in Prefettura, “caratterizzato da viva cordialità”, in cui l’ambasciatore “ha espresso un particolare ringraziamento al prefetto per l’attenzione che ha voluto riservare al rappresentante del governo in questo territorio in occasione della presenza a Messina nell’ambito di una visita in Sicilia”.
L’ambasciatore Elbling, si legge nel comunicato prefettizio, “nel dialogo con il prefetto si è interessato alla situazione generale della provincia di Messina soffermandosi in particolare sugli aspetti di sicurezza e di ordine pubblico oltre che su tematiche di carattere economico sociale e relative al fenomeno dell’immigrazione”.
Il sindaco, che per Costituzione rappresenta la città non c’era. E’ grave se abbia rifiutato un invito a partecipare come lo è se non l’abbia ricevuto magari perché politicamente (e a ragione) inviso all’egemonia editoriale della città.
Certo fa piacere sapere che esista e resista l’impronta europeista dell’unico giornale cartaceo messinese e non possiamo che essere d’accordo con il presidente della Fondazione Bonino Pulejo: “La sfida che ci troviamo di fronte è legata alla necessità di riformare l’Europa, facendo in modo che ne esca rafforzata e diventi punto di riferimento per tutti gli stati che dovranno integrarsi, in un sistema comune di regole e principi”.
Un’ Europa delle persone, ma anche del rispetto delle istituzioni e del loro ruolo. (pal.ma)