ROMA – Da Trento a Lampedusa, quattro percorsi per una sola marcia: si intitola ‘Restiamo umanì e ha l’obiettivo di “mandare un messaggio chiaro alla politica”. La manifestazione, spiega alla ‘Dirè l’attivista e ideatore John Mpaliza, di origini congolesi e residente a Trento, “è una protesta nonviolenta contro le politiche di questo governo, ancora più dopo i risultati delle elezioni europee”. Ma il messaggio è rivolto anche alle forze di opposizione: “Con le loro divisioni, e con la scarsa attenzione dedicata ai più deboli, hanno lasciato il campo a quelli che governano oggi”. L’idea è di coinvolgere “persone, associazioni, organizzazioni e reti, locali o nazionali” si legge nel documento di lancio dell’iniziativa. “Per ora hanno aderito più di 50 associazioni– rivela Mpaliza – ma siamo certi che lo faranno ancora in tantissimi”.
Il percorso sarà appoggiato da comitati locali di sostegno, che al passaggio dei camminatori daranno vita a iniziative sui temi della marcia: “L’accoglienza, l’abbattimento dei muri, la costruzione di ponti tra le culture, i diritti per tutti e la ‘legge (in)sicurezzà per citarne alcuni”. In ogni città di passaggio, spiega Mpaliza, è previsto un appuntamento pubblico in piazza in modo da poter “camminare insieme ai marciatori per un percorso significativo ma magari breve, per dare l’opportunità a tutti di poter partecipare”.
L’augurio è arrivare, attraverso i tre mesi di incontri, a “proposte e idee” per una “resistenza attiva e positiva“. Nella lettera di presentazione della marcia, Mpaliza racconta anche l’episodio che ha ispirato la marcia “per denunciare il clima di odio, paura e discriminazione” in Italia. “Qualche mese fa, durante un viaggio in treno da Trento a Reggio Emilia – racconta l’attivista – ho assistito a una scena: un malcapitato viaggiatore, di origine straniera, doppiamente regolare in quanto provvisto di permesso di soggiorno per richiesta di asilo e di una tessera a scalare valida per i viaggi nei mezzi pubblici nei confini della Provincia autonoma di Trento, veniva strattonato e aggredito verbalmente dal capotreno”.
La partenza è fissata da Trento nel tardo pomeriggio di giovedì 20 giugno 2019(Giornata mondiale del rifugiato) e ha come destinazione finale Roma.Nella capitale, spiega l’attivista, “l’idea è di assistere all’Angelus di Papa Francesco, destinatario, insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del manifesto che stiamo scrivendo”. Due liste, una dedicata alle adesioni e l’altra a chi intende partecipare alla promozione e all’organizzazione della marcia, sono aperte rispettivamente fino al 15 giugno e al 30 maggio.
Un crowdfunding è stato lanciato di recente per finanziare le spese di viaggio dei camminatori. L’obiettivo è raggiungere i 10mila euro: alla fine della marcia, tutti i fondi inutilizzati saranno destinati a progetti di solidarietà per le popolazioni mozambicane colpite lo scorso marzo dal ciclone Idai. (DIRE)