Mentre il Sindaco De Luca porta in scena un altro atto della sua farsesca recita, i messinesi non restano a guardare, ma chiedono spiegazioni alle Istituzioni che Cateno mortifica. Si è parlato di ripetute violazioni di norma, riferendosi alla mancata apertura delle scuole, alla richiesta di chiusura al pubblico degli uffici, alle ferie forzate ai dipendenti. A questo aggiungiamo che De Luca ha rifiutato di indire elezioni imposte dalla legge, ha “rimesso” la fascia di sindaco metropolitano, ha continuato a usare (abusare?) la sua funzione di sindaco e di sindaco metropolitano per fare campagna elettorale. Comportamenti che mostrano spregio delle istituzioni e strumentalità. Ma che potrebbero costituire qualcosa di più grave.
Chi omette consapevolmente e senza impedimento atti dovuti e urgenti, il cui mancato adempimento turba l’ordine pubblico, viola il codice penale; lo stesso vale per chi interrompe un pubblico servizio o per chi abusa di una carica. Tra l’altro, la mancata indizione dei comizi ha un costo e l’assenza di una motivazione seria e concreta fa di questo un danno erariale, di cui deve rispondere personalmente chi se ne è reso responsabile. Al di là della loro insulsaggine, le sceneggiate di De Luca costituiscono reato?
Per capirne di più i cittadini di MessinAccomuna hanno attivato un accesso civico generalizzato verso la Città Metropolitana chiedendo di ricevere tutti gli atti, formali e informali, relativi alla mancata indizione dei comizi elettorali per il Consiglio Metropolitano. Lo stesso hanno fatto verso la Prefettura per essere informati delle modalità e delle formalità con cui De Luca avrebbe “consegnato” la fascia di Sindaco Metropolitano alla Prefettura lo scorso primo maggio.
Se questi atti sono “seri”, il rischio che costituiscano reato è rilevante, altrimenti sono recite banali, farse che mortificano le istituzioni e che danno il segno di un comportamento incapace di rappresentare politicamente e istituzionalmente la città e i suoi cittadini.