di Fra Giuseppe Maggiore – L’Ordine dei Predicatori, meglio conosciuti come Padri domenicani o Ordine di San Domenico, quest’anno celebra l’VIII Centenario della loro presenza a Messina. I Frati Domenicani che oggi reggono la Parrocchia e il convento del Santo Rosario, arrivarono in città nel 1219.
I Domenicani appartengono insieme ai Francescani all’ordine dei mendicanti nati nel XI secolo, e furono riconosciuti da Papa Innocenzo III, che individuò in questi ordini un’espressione di una nuova sensibilità in grado di cambiare in meglio la chiesa. A differenza di Pietro Valdo anch’egli amante della radicalità evangelica e desideroso di vivere una povertà che lo avvicinasse di più a Cristo, Francesco d’Assisi e Domenico Guzman, hanno pazientemente messo i loro desideri e i loro progetti nelle mani del Papa, cosa che Valdo non volle fare.
San Francesco nel 1209 si vede approvare da Innocenzo III la forma di vita, anche perché il Papa aveva intuito che per contrastare il fiorire di movimenti religiosi popolari che spesso diffondevano idee eretiche, come i patarini e i catari e valdesi, occorreva stare in mezzo ai poveri. Alla luce di questa scelta, o se vogliamo ispirazione dettata dallo Spirito Santo, venne approvata solennemente sebbene diversi anni dopo, anche la forma di vita di San Domenico e dei suoi compagni da papa Onorio III con le bolle del 22 dicembre 1216 e del 21 gennaio 1217. Mentre Francesco di Assisi lottò per avere una regola solo per i suoi frati, Domenico si dovette accontentare di adottare la regola di Sant’Agostino.
Iniziarono come i francescani ad andare per il mondo annunciando il Vangelo. Giungono a Messina nel 1219, anche se alcune fonti dicono nel 1221. Sicuramente trovarono già i Frati Minori la cui presenza nella città dello stretto risale al 1216. In quello che ora è il luogo della Basilica di San Francesco all’Immacolata, sorgeva una povera abitazione così come prescriveva la Regola, dove i francescani qualche anno dopo, accolsero un certo fra Antonio, più tardi conosciuto come Sant’Antonio da Padova.
La ricchezza di avere la presenza di due ordini nascenti, fu per la città un privilegio, diversi sono stati oltre Sant’Antonio, i personaggi di spicco che approdarono appunto a Messina.
Una tra le figure più note è Fra Tommaso Agni, dotato di grande personalità. Ricevuto l’abito a Roma da S. Domenico nel 1218, raggiunse tanta fama che il papa Gregorio IX lo mandò nel 1227 a Napoli a predicare contro gli eretici in un momento in cui aspro cominciava a farsi il confronto fra il papa e l’imperatore. Sarà lui nel 1243 a dare l’abito a S. Tommaso d’Aquino. Eletto provinciale romano nel 1255 fu costretto a lasciare perché il Papa lo nominò vescovo di Betlemme. Dopo uno o due anni in Siria e Terra Santa (1261-1262) tornava in Italia e diveniva amministratore della Chiesa di Messina. Quindi fu eletto arcivescovo di Cosenza (1267), ma subito dopo il capitolo di Messina lo eleggeva arcivescovo di Messina. Ma ancora una volta si frappose il Papa, questa volta Gregorio X, che lo nominava patriarca di Gerusalemme e legato pontificio in Oriente.
Sui Frati Domenicani la gente comune purtroppo conosce poco e quel poco a volte ha una connotazione negativa, in quanto ricorda l’ordine di San Domenico legato all’inquisizione come si evince dal celebre romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”, o come scrive Leonardo Sciascia nel suo “Morte dell’Inquisitore”, descrivendo le gesta del Religioso Agostiniano Fra Diego La Matina che riesce dopo tante sofferenze addirittura ad uccidere il suo inquisitore, il Padre domenicano Juan Lopez de Cisneros.
Lunedì 20 Maggio alle ore 11,00, presso la Sala Ovale di Palazzo Zanca, si terrà la conferenza stampa di presentazione delle iniziative in occasione dell’VIII Centenario dell’arrivo dei Padri Domenicani a Messina tra cui l’arrivo della reliquia di San Domenico.
Crediamo che sia una bella opportunità per approfondire l’affascinate storia dell’Ordine dei Predicatori.