di Tiziana Cauli – Tanti auguri alla mia mamma, che è il mio esempio di forza e coraggio. Tanti auguri alla mamma di Mercy, che ha partorito sua figlia su una nave di ricerca e soccorso. Senza quella nave, che il governo italiano ha oggi costretto a sospendere le operazioni, Mercy sarebbe un feto in fondo al mare dentro al cadavere decomposto di sua madre.
Tanti auguri a Sarjo, che sua figlia l’ha vista morire nel deserto mentre fuggiva insieme a lei per salvarla dall’infibulazione, che è sopravvissuta agli stupri e alle violenze in Libia e che sogna di poter rivedere i due bambini che ha lasciato con sua sorella. Auguri alla mamma rom che qualche giorno fa stringeva la sua bimba terrorizzata mentre un gruppo di criminali, nella capitale d’Italia, le gridava “ti stupro troia”.
Auguri alla mamma di Noemi, in ansia per la vita della sua piccola, colpita da un proiettile per strada mentre il ministro dell’interno del suo paese fa la guerra alle mamme migranti anziché alla camorra.
Auguri alle mamme uccise da ex compagni assassini dopo averli denunciati, alle mamme stuprate, alle mamme licenziate o pagate la metà dei loro colleghi uomini.
Auguri alle mamme senza diritti perché amano una mamma e non un papà, alle mamme per forza, alle donne che vorrebbero essere mamme ma le leggi italiane catto-conservatrici sulla fecondazione assistita e sull’adozione glielo impediscono, e a quelle che scelgono di non essere mamme.
Auguri, perché in Italia, il paese dei mammoni, nessuna di loro ha vita facile al di là del mazzo di fiori o della telefonata che molte riceveranno oggi.