La V sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai difensori di Cateno De Luca, di cui il procuratore generale aveva chiesto invece la pronuncia di inammissibilità. Diventa quindi definitiva la multa per diffamazione a carico del sindaco di Messina, in relazione al comizio che tenne nel marzo del 2012 quando era primo cittadino di Fiumedinisi.
Confermata in via definitiva la multa di 800 euro decisa in primo grado nel 2016 e integralmente ribadita in appello nel 2018, comprensiva di spese legali e del futuro risarcimento in sede civile.
I fatti risalgono ai comizi elettorali tenuti nel 2012 a Fiumedinisi, quando l’ex parlamentare regionale si scagliò tra l’altro contro due compaesani, Carmelo De Francesco e Fortunata Cannetti, apostrofandoli con una serie di epiteti («concusso e imbroglione», «verginello», «menzognero», ecc…).
Oggetto degli insulti è lo stesso De Francesco che, come è stato più volte evidenziato nei vari processi collegati al “sacco di Fiumedinisi” , risulta tra i proprietari del centro ionico che a suo tempo non vollero cedere i terreni di cui avevano la titolarità, cioè le aree dove De Luca aveva in mente di realizzare il “Contratto di Quartiere II” e per questo subirono «pressioni» da parte dell’allora sindaco del centro ionico.
Carmelo De Francesco e Fortunata Cannetti, costituiti parte civile nel procedimento penale, sono stati rappresentati in Cassazione dall’avvocato Salvatore Carroccio, anche con delega del collega Alessandro Pruiti, che assisteva la Cannetti. Il sindaco è stato invece assistito dall’avvocato Giovanni Mannuccia.