La Giunta De Luca, con voto unanime, ha dato seguito alla richiesta dell’Assessore Dafne Musolino che, dopo la bufera dell’annuncio di rimozione coatta delle barche, nell’ottica di “ripulire” il litorale, ha istituito un registro comunale dei natanti.
Nulla a che vedere con gli obblighi già esistenti per chi esercita la pesca professionale, ma che riguarda tutte le imbarcazioni non soggette all’obbligo di iscrizione al R.I.N.A. nell’ottica di liberare le spiagge e migliorare la fruizione per i bagnanti.
La “palla” adesso è passata al Dipartimento Ambiente e Sanità, dove entro il 30 aprile di ogni anno i proprietari dei natanti presentino la domanda di iscrizione per ricevere un codice identificativo dell’imbarcazione.
“L’accertamento è necessario – si legge nella delibera – per la individuazione delle aree di rimessaggio per i natanti per consentire di individuare spazi che siano sufficienti alle reali necessità”.
Inoltre, secondo quanto previsti dalla delibera, pubblicata nell’Albo Pretorio, sarà possibile a pescatori e diportisti, associati o singoli, fare richiesta al Comune per la gestione temporanea e senza fini di lucro delle aree di spiaggia di cui si richiederà la preventiva concessione al demanio marittimo, in attesa dell’approvazione del PUDM (il piano di utilizzo del demanio marittimo).
Il provvedimento, soprattutto nei borghi marinari, suona come l’ennesima burocratizzazione di una consuetudine che nel tempo ha reso caratteristici i paesaggi e dove i problemi sono soprattutto dovuti alla mancanza di porticcioli che favoriscano le attività marinaresche. Il resto appare l’ennesima strategia elettorale in salsa deluchiana: si crea il caso per poi risolverlo sulla carta, complicando solo la vita già non facile di chi npo è uso alla burocrazia e che certamente aprirà la strada alla ricerca di favori ai soliti “sbrigapratiche” dei paesi. (Pal.Ma.)