Da luglio niente più buste, bicchiere, piatti e posate di plastica in luoghi pubblici. La svolta arriva dopo l’ordinanza sindacale pubblicata sull’albo pretorio “relativa al divieto di commercializzazione e distribuzione degli shoppers (borse della spesa) in polietilene e dell’uso di contenitori, di stoviglie monouso e di qualunque altro materiale e/o manufatto non biodegradabile e compostabile”.
Un giro di vite che può far decollare la raccolta differenziata, obiettivo del Comune di Messina che vuole raggiungere quel 65% fissato dalla legge regionale in materia di rifiuti.
La delibera prende in considerazione anche quanto deciso nel consiglio comunale dello scorso febbraio, prevedendo un tempo di 90 giorni per adeguare alla norma chi dovrà cambiare stile ed abitudine somministrando alimenti.
Il provvedimento impone agli esercenti delle attività commerciali, artigianali e di somministrazione degli alimenti, sia a posto fisso che itinerante, il divieto di distribuire ai clienti shoppers in materiale non biodegradabile. Bandite pure posate, piatti, bicchieri e sacchetti che non siano biodegradabili: e questo riguarda anche le associazioni che organizzano feste pubbliche o sagre. (qui il link al documento)
Multe salate per chi non rispetterà quanto stabilito per il Comune di Messina, dove spesso il litorale è segnato dagli oggetti di plastica che finisco in mare e che puntualmente degradano l’ambiente e il paesaggio.
Una sfida per il malcostume che se superata consentirebbe davvero a Messina di essere “città d’Europa”. (pal.ma)