Sono 150 i giovani medici e odontoiatri che stamane hanno partecipato alla consueta Cerimonia di Giuramento dell’Ordine provinciale che segna l’ingresso negli albi professionali: l’aula magna del Rettorato dell’Università di Messina gremita di gente per un momento solenne di incontro e confronto tra vecchie e nuove generazioni nel solco di una tradizione, grazie alla presenza dei colleghi con 50 anni di laurea. “I medici che oggi premiamo per avere vissuto mezzo secolo di professione – ha esordito il presidente dell’Ordine Giacomo Caudo – hanno visto nascere l’SSN (Sistema Sanitario Nazionale) circa 40 anni fa con tre principi cardine: accessibilità, quindi facilità nel farsi curare, universalità, cioè cure per tutti, ed equità, ognuno uguale all’altro nei confronti del bene salute. Tre capisaldi oggi in crisi, che voi medici del domani dovete tenere a mente, senza dimenticare il dogma della solidarietà, messo in serio dubbio. La sanità lancia continui gridi d’allarme, ad esempio contro il regionalismo differenziato, che aumenterà le diversità tra le Regioni nel nostro paese. Avete un’eredità che da un lato propone una medicina straordinaria e iperteconologica, dall’altro numerose questioni e problematiche da affrontare e in tal senso le parole millenarie di Ippocrate vi dovranno sempre guidare verso la giusta direzione”.
Subito dopo i saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea: “Possiamo comprare robot e macchine all’avanguardia, ma dietro ogni medico c’è prima di tutto una persona: la medicina non è quella della visita in appena 4 minuti perchè dobbiamo fare 50 visite al giorno; la salute è fatta di tante cose ma in primis del senso di umanità, che deve essere una luce sempre costante nel vostro operato. La nostra università rappresenta una grande famiglia, vi ha formato con passione e impegno: per chi di voi andrà fuori, ci auguriamo porterà alto il nome di Messina e il percorso universitario avrà contribuito alla vostra storia; di questo saremo orgogliosi”. Poi il saluto del coordinatore del cdl in Medicina Edoardo Spina, che ha ricordato come il giuramento non è un punto di arrivo, ma di partenza e che oggi è fodamentale continuare a studiare e aggiornarsi; ha poi evidenziato l’importanza della laurea abilitante che farà superare il passaggio post laurea per la professione e criticato l’eventuale abolizione del test d’ingresso in medicina: “E’ auspicabile ampliare i posti, ma non dobbiamo rischiare un’apertura totale perchè diminuirebbe nettamente la qualità”.
A rappresentare la componente odontoiatria Giuseppe Lo Giudice, coordinatore del cdl in Odontoiatria e Protesi Dentaria, che ha evidenziato come l’odontoiatria non è più solo chirurgica e protesica, ma abbraccia la medicina in senso stretto e nell’ateneo messinese è stata creata una specializzazione in questo specifico ambito. Il presidente della CAO Giuseppe Renzo ha annunciato la consegna di un “vademecum” per tutti i neo dentisti che sintetizza caratteristiche di uno studio dentistico e regole cui bisogna attenersi per un esercizio corretto; ha poi evidenziato la necessità del rispetto delle norme soprattutto per quanto riguarda la “pubblicità” sanitaria. Particolarmente applaudito l’intervento di Corrado Carretti, tra coloro che hanno ricevuto l’attestato di benemerenza del cinquantenario, consegnato da alcuni consiglieri dell’Ordine, con la motivazione “per aver esercitato da oltre 50 anni la professione di medico chirurgo con ammirevole dedizione, secondo scienza e coscienza per il sollievo delle sofferenze, per la difesa della vita, nel rispetto della persona umana”. Carretti ha detto che oggi il paziente è un anonimo, passa da una lista all’altra, bisognerebbe sostituire il paziente con la persona: “Il dolore e la sofferenza hanno accompagnato da sempre la storia dell’uomo, lo rendono solo e disperato: ciò impone al medico di dare un significato più riferito all’esistenza e non solo al corpo dell’individuo, che diventa spettatore distaccato. Gli ospedali sono diventati aziende ospedaliere, dimenticando che il destinatario della salute è l’uomo. Le leggi economicistiche del mercato non si possono applicare quando manca la par condicio e i due contraenti non sono uguali, perchè si rischia l’usura”.
Poi il saluto del presidente onorario Francesco Trimarchi, anche lui molto apprezzato dalla platea e quest’anno tra i colleghi cinquantenari: “Ricordo quando facevamo esami come l’urografia o altri che oggi non esistono più: ho visitato persone che avevano avuto la malaria, oggi invece parliamo di farmaci e inibitori intelligenti, adirittura di medici digitali. Thomas Watson è stato il primo presidente della IBM: a lui è dedicato il computer – medico diventato un grande clinico, partendo dalla constatazione di uno studioso il quale ha sostenuto che più dell’80% dell’operato di un medico oggi lo può fare un pc: si entra in una macchina e si esce con una diagnosi e cura. Ma la medicina non può e non deve essere solo questo”. Parole e insegnamenti nobili e preziosi che il pubblico ha seguito con grande attenzione nella cerimonia presentata dalla giornalista Lilly La Fauci. Poi la consegna dei tesserini ai neoiscritti e la lettura del Giuramento di Ippocrate da parte d Federico Alati, Chiara Ferrarolo, Marco Matarese, Santi Muscolino eCarmengiulia Rifatto. Dal 430 a.C. la formula del padre della Medicina è il primo testo deontologico che esalta il senso etico, la responsabilità e l’altissimo valore umano della professione. Commovente, infine, il ricordo di Leonardo Virga, tragicamente scomparso in un incidente stradale il 28 luglio 2007, tre giorni dopo essersi laureato in medicina. L’omonima Onlus, creata dalla famiglia Virga e presieduta dai genitori Tommaso e Maria, assegna un premio di laurea a uno studente che ha svolto la sua tesi su argomenti afferenti all’area disciplinare delle cardio-toraco-vascolari: assegnatario del 2019 Luca Barca per la tesi “Pattern di Brugada: nuovi orizzonti diagnostici”, a consegnare il riconoscimento il piccolo nipote omonimo Leonardo Virga.