“Quest’anno si tratta di un’occasione speciale in quanto ricorre il centenario della Baretta dell’Ultima Cena” è quanto comunicato nel corso della conferenza stampa di presentazione delle iniziative della Settimana Santa dal governatore della Confraternita S.S. Crocifisso, Giacomo Sorrenti, insieme al vice Nino Di Bernardo. “Le Barette sono una testimonianza del patrimonio storico e culturale della città e tra le iniziative pasquali rappresentano un particolare momento per unire la comunità nel segno della fede e della devozione ed un’occasione di interesse turistico e di attrazione anche per i visitatori presenti in città”.
Gli appuntamenti prevedono domenica 7, alle ore 17, la traslazione straordinaria della Baretta “Ultima Cena” nella Basilica Cattedrale, lungo il percorso via XXIV Maggio, via S. Agostino, corso Cavour e piazza Duomo; alle 18, Santa Messa e adorazione eucaristica con la partecipazione di Confraternite e associazioni cittadine; sempre da domenica 7 a venerdì 19, l’esposizione dell’Ultima Cena nella Basilica Cattedrale.
Le origini della processione si fanno risalire al XV secolo, periodo della presenza spagnola a Messina, e sin dalla sua prima apparizione fu considerata la più importante manifestazione religiosa pasquale a Messina.
Il termine Barette trova riferimento nelle origini del corteo religioso, poiché erano portati a spalla un’immagine dell’Addolorata, un simulacro di bara con il Cristo morto, seguito da altre piccole bare. Fu nel 1610 che la Confraternita dei Bianchi deliberò di promuovere una processione con statue rievocative la Passione di Cristo.
Essa si svolgeva nella notte del Giovedì Santo, alle “due ore di notte”, le 21 attuali, e venivano portate in processione una statua dell’Addolorata, una grande croce seguita da cinque bare rappresentanti i misteri dolorosi, un feretro di cristallo con un Cristo morto e la bara della Santa Spina portata a spalla dai padri Domenicani.
Il terribile terremoto del 1783 impose una sosta sino al 1793, quando venne ripresa con notevoli sacrifici. Nel 1801 la processione venne spostata al Venerdì Santo e negli anni successivi si arricchì di nuove Barette, come la Caduta e l’Ultima Cena. Nuovamente un terremoto (nel 1908) interruppe la Processione per quattordici anni e ne distrusse alcuni gruppi statuari. Ripresa nel 1923, venne nuovamente interrotta nel 1940, a causa della guerra.
I gruppi statuari ospitati nella chiesa del SS. Salvatore, vennero restaurati e la Pasqua del ’45 sancì la ripresa della processione con un percorso che toccava via Porta Imperiale e via N. Bixio.
Nel 1950, dopo una permanenza biennale nella chiesa di S. Caterina Valverde, le Barette vennero sistemate nel Nuovo Oratorio della Pace, l’odierna sede, da dove ogni anno si avvia la processione.
Frattanto con gli anni la Confraternita dei Bianchi, fusasi nel 1971 con quella di S. Basilio degli Azzurri, non poté più far fronte all’organizzazione della Processione. A tale evenienza risposero prontamente i Battitori. Costoro, eredi degli antichi custodi, avevano il compito di reclutare i portatori e guidare i fercoli durante la Processione; fu costituito un Comitato che fece restaurare i gruppi danneggiati dall’incuria e anno dopo anno cercò di riportare la Processione agli antichi canoni. Dal 1994 al Comitato Battitori subentrò nell’organizzazione della Processione la Confraternita SS. Crocifisso