di Palmira Mancuso – Restituire l’innocenza ad un sogno che anche per la magistratura è un sogno possibile. E’ forse questo il motivo per cui chi ha sempre creduto nella “città futura” di Mimmo Lucano, e prima di lui nell’utopia del filosofo calabrese Tommaso Campanella, è oggi meno solo. Chiusa la vicenda giudiziaria, la resistenza di quella parte di umanità che pur rispettando i ruoli non attendeva gli esiti del processo per credere nella bontà di Mimmo Lucano, oggi ha tutta la forza per affrontare le difficoltà di stare dalla parte giusta, dalla parte degli ultimi, dalla parte delle idee rivoluzionare, semplicemente dalla parte della libertà.
Del resto, chi ha conosciuto Mimmo Lucano non ha mai dubitato della sua verità, e se la Cassazione ha riabilitato il sindaco di Riace, resta l’amara constatazione di quanto i processi mediatici siano un danno per la nostra democrazia. Tornando alle accuse, non solo non sono provate le “opacità” descritte dalla Procura di Locri, ma è la legge che consente “l’affidamento diretto di appalti” in favore delle cooperative sociali “finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”, a condizione che gli importi del servizio siano “inferiori alla soglia comunitaria”.
E per quel che riguarda “presunti matrimoni di comodo” che sarebbero stati “favoriti” dal sindaco tra immigrati e concittadini, “poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”.
Dobbiamo dunque dire grazie a Mimmo Lucano perchè ha testimoniato anche un grande rispetto per lo stato, attraverso la fiducia nella giustizia che ha proclamato una verità che adesso anche la propaganda salviniana non potrà delegittimare, e che da questo nostro giornale abbiamo sempre raccontato.
Il “sogno del guerriero”, il grande murales che proprio in queste ore è stato realizzato a Riace dall’artista peruviano Carlos Atoche sul muro della scuola primaria, è salvo, come il modello di accoglienza e di integrazione per i rifugiati che ha scritto una delle pagine migliori della resistenza civile di questo nostro paese che ha perso la rotta.
Adesso aspettiamo per Mimmo Lucano anche quel “risarcimento” mediatico, con la Rai che dovrà restituire quella immagine sottratta all’opinione pubblica anche attraverso la mancata messa in onda di una fiction il cui protagonista è Beppe Fiorello, che in un abbraccio commosso aveva detto “la verità ci darà ragione” e che in queste ore immaginiamo orgoglioso di essere stato dalla parte giusta. Con quel coraggio che alcuni messinesi non hanno avuto, quando hanno detto no alla cittadinanza onoraria per la quale anche il nostro giornale si era battuto.
Mentre festeggiamo con e per Mimmo Lucano la fine di mesi di sofferenze, di dubbi, di amarezza, resta la consapevolezza che il danno ormai è fatto. In poco meno di un anno questo governo ha cercato di criminalizzare la solidarietà ostacolando con azioni mediatiche e giudiziarie gli interventi umanitari, dal villaggio globale di Riace ad Aquarius di Sos Mediterranee, manipolando il disagio sociale verso i migranti con conseguenze che ogni giorno appaiono più gravi sfogliando le pagine di cronaca.
Non arrivano più perchè affogano a casa loro. Li stiamo lasciando morire perchè non rispondiamo più nemmeno alle richieste di aiuto, non sono più di nostra competenza dicono. E da 24 ore non si hanno notizie di una imbarcazione con almeno 50 persone, tra cui donne e bambini, che ne la Libia ne l’Italia hanno voluto soccorrere.
L’umanità di quel villaggio globale che da Riace arriva a Lampedusa passando per il Vaticano, ha il dovere di non arrendersi: con quella fiducia negli strumenti che le generazioni precedenti alla nostra ci hanno fornito in questa democrazia imperfetta che resta il valore più alto della Resistenza.