di Fra Giuseppe Maggiore – Due piazze, una Piazza San Pietro, l’altra Torre Maura, quartiere di Roma.
Nella prima, un Uomo vestito di bianco attorniato da persone che vogliono ascoltare parole di speranza, di conforto, di amore. Lui, Papa Francesco, Vescovo di Roma, Sommo pontefice, si attornia di bambini che fa salire sulla Jeep, dopo aver affermato ancora una volta che ogni uomo è fratello perché figlio dello stesso Padre. Durante l’udienza di oggi ha fatto riferimento al suo ultimo viaggio in Marocco, ha detto senza mezzi termini che Dio vuole fratellanza fra cattolici e musulmani.
“Non dobbiamo spaventarci delle differenze, ma se non facciamo questo lavoro di fratelli, di andare insieme sulla strada della vita”. Ha esclamato a braccio Francesco “Servire la speranza, in un tempo come il nostro, significa anzitutto gettare ponti tra le civiltà…noi siamo tutti fratelli e dobbiamo lavorare per la fratellanza”.
Poi facendo riferimento ai tanti fratelli e sorelle che scappano dalla fame, dalla violenza e dalle guerre, afferma che non ama dire “migranti”, ma “persone migranti”. “Migranti è un aggettivo, le persone sono sostantivi”, ha proseguito il Papa “Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza”, il monito. “L’aggettivo va attaccato alla persona”, esortando a dire: “Una persona migrante”.
Nell’altra piazza, uomini e donne che preferiscono il bianco come colore della pelle e il nero da indossare come segno di appartenenza ad una “fede” politica che contagia facilmente chi non ha la cultura del sapere amare e disconoscono il vero significato di prossimo.
Militanti di CasaPound e Forza Nuova fanno corona e sostengono gli abitanti di Torre Maura in rivolta per il trasferimento di 75 persone in un centro di accoglienza sito proprio nel loro quartiere.
Sapete perché non li vogliono? Perché sono rom. Ecco cosa succede quando si usa semplicemente l’aggettivo staccandolo dal sostantivo, cioè dalla persona.
A differenza dell’altra Piazza, a Torre Maura il clima è molto pesante, un clima di odio, tanto da far aprire alla Procura un fascicolo proprio per odio razziale.
33 bambini rom che a differenza dei bambini che hanno avuto il piacere di una carezza del papa, rischiano la vita per l’ondata di violenza che le persone del quartiere affiancati pinti da militanti di estrema destra hanno messo in atto.
Urla, cassonetti incendiati, spintoni all’addetto che doveva consegnare i pasti. “Fate schifo, zozzoni, gli portate pure da mangiare, devono morire di fame”.
Poco importa a questi difensori della patria, della famiglia e di Dio (non si sa quale, certamente non quello di Cristo), se oltre ai bambini ci sono 22 donne tra cui tre incinte.
È chiaro che il razzismo e la violenza non l’ha inventato né il fascismo e né Salvini che comunque è il principale sostenitore, ma è evidente che da circa un anno il clima in Italia è diventato pesante. Si può tranquillamente palesare ed esternare il proprio odio nei confronti di chi è diverso da noi, perché legittimati da chi senza pudore usa termini discriminanti nei confronti di persone che certamente non fanno la pacchia e né tanto meno la crociera, o sono tutti stupratori e delinquenti.
Certo la colpa non è solamente di Salvini, capo supremo di uno stile cattivista, ma è di chi va dietro lui. Stiamo assistendo ad uno scivolamento culturale che fa davvero paura.
Sovente viene violata la costituzione, i diritti dell’uomo, i valori cristiani che sono le radici dell’Europa…
Sta a noi scegliere da che parte stare, io non ho dubbi, preferisco il bianco di Papa Francesco, manifestazione di bene e di fratellanza, anziché il nero di Salvini e CasaPound che hanno fatto dell’odio e della violenza il loro credo e sono la negazione chiara della cultura dell’incontro e dialogo.