Masterplan: messinAccomuna e il Sindaco De Luca a confronto

La partecipazione dei cittadini ai processi amministrativi necessita, innanzitutto, una conoscenza dei meccanismi che sottendono alle scelte compiute nella gestione della cosa pubblica. Il Laboratorio di partecipazione civica “messiAccomuna” sta da mesi lavorando in questa direzione, fornendo ai cittadini gli strumenti necessari per mettere in discussione i vuoti proclami che spesso giungono dagli attuali amministratori della nostra città. Passando dai bilanci, alle partecipate, dall’annosa questione del secondo Palazzo di Giustizia,  fino ad arrivare  al Masterplan, strumento di programmazione attraverso cui sviluppare una strategia di intervento in un territorio, che deve essere  pensato e ragionato all’interno di una visione complessiva. A che punto è il comune di Messina? Come sono stati spesi i 300 milioni previsti? Ce lo spiegano i cittadini aderenti a messinAccomuna:

“Quando ad agosto 2018 l’amministrazione De Luca annunciò che avrebbe “rimodulato” il Masterplan molti sollevarono dubbi sull’operazione: i progetti inseriti dalla precedente amministrazione rispondevano a una logica precisa e, con le difficoltà di gestione dei processi dovuto al sottorganico del Comune, erano stati tutti definiti, inseriti nella piattaforma nazionale, affidati a un Responsabile, dotati del Codice Unico di Progetto e, per buona parte, richiesti per l’anticipazione. C’era una società partecipata (Innovabic) che si occupava di project management, monitorando lo stato dell’arte e sollecitando i RUP al rispetto del cronoprogramma.

A giungo 2018, trentun progetti del Comune (per un totale di circa 100 milioni su 104) erano validati nella banca-dati nazionale e per 21 era già stata trasmessa la richiesta di anticipazione finanziaria alla Città Metropolitana. Poi non si è saputo più nulla, se non che c’era l’idea di “rimodulare”. Appena insediata, infatti, l’amministrazione De Luca cancella progetti, chiude attività (lo “Sportello per l’imprenditorialità giovanile”), revoca i bandi del sociale, definanzia la piastra logistica di Tremestieri, invoca riprogettazioni, mentre gli svincoli-fantasma (in testa quello di S. Teresa Riva) restano lì, e l’amministrazione (sia quella metropolitana che quella cittadina) non spende.

Con buona pace dell’assessore Previti, che non smentisce un centesimo delle cifre pubblicate dal Centro Studi “Pio La Torre”, la Città Metropolitana di Messina è fanalino di coda, avendo speso appena 580.000 Euro su 300 milioni monitorati (l’1,9% del totale!). A livello metropolitano, la “rimodulazione” è stata riannunciata appena due settimane fa, come se i progetti di investimento fossero plastilina, come se il tempo non passasse. E invece il tempo passa e quello che era stato detto mesi addietro si conferma. Giocare coi fondi europei è un azzardo gravissimo. Si sono persi 8 mesi preziosi. È un lusso che Messina non può concedersi. Per citare i progetti più pronti, o già banditi o avviati: è partita la riforestazione di Camaro? A che punto siamo coi 10 milioni del PRUSST di Larderia (era tutto pronto a giugno)? Perché sono stati revocati i bandi del sociale? Perché è stato chiuso lo sportello per l’imprenditorialità giovanile? Perché perdiamo tempo a cancellare anziché impiegarlo a completare le opere? Anche il secondo Palagiustizia era inserito nel Masterplan e l’amministrazione lo vuole bloccare.

Era stato già detto (e la realtà lo conferma): rimodulare avrebbe rallentato la spesa e la rendicontazione, col rischio gravissimo di perdere i soldi, di dover restituire le somme. Se De Luca vuole disfare, ne ha la possibilità, ma la città, i lavoratori e i disoccupati non rimarranno a guardare. E l’amministrazione ha il dovere di spiegare cosa sta facendo con le risorse che aveva ereditato. L’azione di verifica e controllo è una delle principali prerogative istituzionali del Consiglio Comunale; chiediamo pertanto che la Commissione Consiliare che si occupa dei Lavori Pubblici avvii una immediata attività ispettiva per far sapere alla città il reale stato dell’arte della programmazione europea.”

La risposta di De Luca al comunicato è inutilmente offensiva, mentre ecco la replica dell’assessore Carlotta Previti che cerca di dare risposte alle questioni sollevate  dal Laboratorio di partecipazione civica:

“Il Nucleo Valutazione e Controllo (NUVEC) del Ministero di Sviluppo ha approvato il 20 dicembre 2018 il Sistema di Gestione e Controllo SIGECO che ci ha consentito di accelerare sulla spesa. Per gli interventi in corso di esecuzione in atto risultano avviati n.16 interventi per un importo complessivo di € 40.134.500,00 pari al 12% delle risorse FSC. Per gli interventi in corso di appalto in atto risultano in corso di espletamento le procedure di fare d’appalto relative a n. 23 interventi per un importo di € 23.317.130,00 pari al 7% delle risorse. I dati risultano dal rapporto di valutazione trasmesso dell’Organismo Intermedio all’Autorità di Gestione. Purtroppo i dati presi dal Centro Pio La Torre sono datati ad ottobre 2018 e verranno aggiornati ad Aprile 2019 (aggiornamento viene effettuato due volte all’anno). In 7 mesi siamo passati da una percentuale di spesa dell’1% al 12%. L’intervento della Piastra Logistica è stato rimodulato per finanziare un intervento di riqualificazione della sede tranviaria e un intervento di riqualificazione dei mercati cittadini in linea con gli obiettivi che si è posta l’amministrazione attuale”.

Nè la risposta di De Luca né quella dell’assessore Previti rimangono inascoltate e messinAccomuna non tarda a rilanciare con un posto sulla propria pagina Facebook:

“Un laboratorio di partecipazione civica, preoccupato per la città, chiede che il Consiglio Comunale agisca nelle sue prerogative (cosa fino a questo momento realizzata con troppa parsimonia).
Il Sindaco, prima di dare (in sedi e forme poco appropriate) il punto di vista dell’amministrazione allude, sbeffeggia. Parla di TSO, di “quel paese”, e simili amenità. La più elementare educazione (“normale” e istituzionale”) prevede invece che:

1) Ai cittadini (ma anche ai lavoratori, alle istituzioni, ai giornalisti, ai migranti, agli LGBT+, …) si risponde senza arroganza e con la consapevolezza che il Sindaco è al loro servizio, non viceversa;
2) Se volesse proprio prendersela con qualcuno, potrebbe nel caso specifico tirare le orecchie alla sua assessora, che col microfono a disposizione e senza alcun contraddittorio da parte del giornalista, ha balbettato informazioni incomplete, smozzicate e senza l’unico contenuto dovuto: i soldi effettivamente spesi;
3) Il contraddittorio politico non è l’occasione per dimostrare chi è più arrogante o chi sa insultare meglio l’altro (si rassereni: non riceverà questa soddisfazione), ma per rendere conto ai cittadini, con serenità ed educazione, di ciò che si sta facendo al servizio della città;
4) Il Sindaco riprende una nota della sua Assessora in cui si cita un fantomatico “Ministero di Sviluppo” (esistono un “Ministero dello Sviluppo Economico” e una “Agenzia dello Sviluppo e della Coesione”, presso il Ministero per il Sud), che avrebbe lodato Messina per la spesa sul Masterplan effettuata nel secondo semestre 2018: dunque sui progetti definiti e attivati dalla precedente amministrazione.
Ma il sindaco che vuole cancellare il progetto del palagiustizia senza una motivazione di interesse pubblico per portarlo lì dove non si può costruire (glielo hanno scritto i suoi stessi uffici), spendendo di più e senza un progetto, il sindaco che non partecipa ai protocolli e ai patti di trasparenza, pur benedetti dalla Regione, il sindaco che non discute col Consiglio le cifre del riequilibrio finanziario, imponendo sacrifici inutili ai cittadini, ascolterà con umiltà e semplicità questi consigli? Lo speriamo.
E sperando che i nostri auspici non siano nuovo motivo di insulto, continueremo a vigilare sull’azione amministrativa, senza problemi e senza timori. È la democrazia: si basa sul dialogo e sulla partecipazione e non prevede risposte arroganti e volgari.”

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