“Non c’è dubbio che le condizioni non sono conformi agli standard” sui diritti umani, “disastrose e completamente insostenibili”, al campo di San Ferdinando: è il relatore speciale Onu per il diritto ad alloggi adeguati a dichiararlo in un comunicato di denuncia diffuso oggi.
“Siamo profondamente preoccupati per l’assenza di adeguate opzioni alternative per le persone che vivevano nell’insediamento informale”, hanno detto gli esperti, puntando il dito sulle autorità che “non sono riuscite a esplorare tutte le opzioni alternative per evitare gli sfratti, come richiesto dalla legge internazionale sui diritti umani”. Particolare preoccupazione desta la sorte di “fino a 200 donne migranti che vivevano nell’insediamento informale prima dello sfratto, in quanto non è chiaro cosa sia successo loro”, specificano gli esperti, insoddisfatti anche per l’avvenuto reinsediamento dei lavoratori migranti nelle tende. “Gli sfratti che lasciano le persone senzatetto o in condizioni abitative gravemente inadeguate sono considerati sgomberi forzati ai sensi della legge internazionale sui diritti umani e costituiscono una grave violazione dei diritti umani”, la denuncia.
Di qui la sollecitazione al governo italiano a “garantire la protezione di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, così come il loro accesso ad alloggi dignitosi, servizi igienici e assistenza sanitaria”. Spiega la nota, diffusa in inglese, che “nel dicembre 2018, l’Italia ha adottato una nuova e restrittiva legge sull’immigrazione e la sicurezza. Di conseguenza, molti migranti sono stati lasciati in una situazione irregolare che li marginalizza e aumenta la loro vulnerabilità allo sfruttamento sessuale e lavorativo”.