“C’è bisogno di Vangelo e di coraggio”. Mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, indica con fermezza la risposta all’ultimo atto vandalico messo a segno contro un terreno spoglio sul quale, a Brancaccio, si costruirà il primo asilo nido del quartiere. Il rogo di mobili vecchi della scorsa notte non è il primo e non basta una mano a contare gli episodi che si sono susseguiti. Opera, quest’ultimo, di ragazzini. “Se si possono addirittura permettere di tener testa a chi, nel quartiere, si sforza di portare avanti, insieme alla parrocchia e alle istituzioni tutte, quell’opera di presenza trasformante nella mentalità e nella cultura – dice mons. Lorefice -, se si sentono così forti e sicuri nel compiere simili gesti, vuol dire che la mafia che è ancora in auge e costituisce una sfida educativa che non ci possiamo permettere di non cogliere e affrontare. Una sfida della quale la Chiesa palermitana e siciliana ha contezza piena”. È stata, infatti, “volontà della Conferenza episcopale siciliana tutta quella lettera dal titolo ‘Convertitevi’ – prosegue l’arcivescovo – con la quale, lo scorso maggio, abbiamo voluto commemorare la presenza di Giovanni Paolo II in Sicilia e, in particolare, quel grido rivolto ai mafiosi, da Agrigento. Noi vescovi abbiamo detto che bisogna continuare un’opera formativa, soprattutto a partire da un linguaggio evangelico. Così ne parliamo: in termini evangelici! Con parole forse differenti da magistrati, forze dell’ordine, giornalisti ed istituzioni. La comunità cristiana ha un ruolo chiaro”.
“È chiaro che don Pino Puglisi non può che restare scomodo, a maggior ragione se si tiene desta la sua memoria non solo nella dimensione celebrativa, ma nella dimensione sostanziale, cioè nella condivisione della sua visione di Chiesa e di comunità, di presenza di essa nel territorio. Non può che rimanere scomodo” conclude l’arcivescovo di Palermo