Barcellona P.G. – Successo per #farsibellanonèunacolpa

Si è svolta ieri mattina a Barcellona Pozzo di Gotto, nei locali del Centro Antiviolenza della Rete Nazionale Antiviolenza “Frida Kahlo” Onlus, l’iniziativa “Farsi bella non è una colpa”, proposta all’associazione barcellonese dall’avv. Angelita Pino, Assessora alle Pari Opportunità.

La manifestazione, dal titolo significativo, ha preso spunto da una campagna nazionale e ha permesso di ribadire che farsi bella non è mai una colpa e che il diritto di predisporre del proprio corpo, senza per questo sentirsi in colpa o avere paura, è un diritto che non può essere violato.

In occasione dell’8 marzo – ha affermato l’avv. Angelita Pinovengono ricordati i riconoscimenti raggiunti dalle donne nel percorso di crescita civile ed emancipazione sociale, nonché le innumerevoli situazioni derivanti dall’appartenenza di genere le quali, non di rado, sono fonte di grave pregiudizio alle medesime donne, giungendo a condizionare – se non a compromettere – il normale svolgimento della quotidianità”.

Nel 2018 – ha dichiarato Francesca Pantè, presidente di Frida Onlus – abbiamo accolto e ascoltato ben 208 donne a Barcellona Pozzo di Gotto. La maggior parte di esse spesso è stata violata nel personale diritto di esprimere la propria identità. Non ha potuto scegliere quasi nulla…”. Il senso della manifestazione, secondo Pantè, non “era affatto quello di festeggiare o affermare che per autodeterminarsi o avere successo – come qualche nota polemica ha voluto far intendere – bisogna preoccuparsi del trucco e della piega. Tutt’altro. Autodeterminarsi vuol dire innanzitutto scegliere la forma della propria libertà e rompere le catene dalla violenza o dalla negazione dei diritti“. In effetti, a contrastare leggermente il coro dei numerosissmi apprezzamenti, ci sono state alcune voci che non hanno condiviso la bontà dell’iniziativa. “Le pochissime critiche ricevute – afferma ancora Francesca Pantè – un po’ ci hanno lasciato l’amaro in bocca. Non per la critica in sé che può solo permetterci di crescere e di riflettere, ma perché è arrivata da alcune personalità che però non si sono neanche poste il problema di chiederci la reale motivazione dell’iniziativa, né si sono mai avvicinate a noi per conoscere la realtà del nostro centro antiviolenza o per chiederci che percorso facciamo insieme alle donne. Non sono mai venute a trovarci. Peccato, perché è stata un’occasione mancata per sostenere una realtà come la nostra“.

Resta comunque più che positiva l’intera manifestazione che ha accolto circa 60 donne, molte delle quali hanno definito il momento di socialità vissuto come un’esperienza su cui riflettere e “una carezza psicologica” al proprio vissuto di vita, tanto che alcune hanno proprio abbracciato molte delle volontarie. “Per essere qualcuno non è necessario farsi bella – conclude Francesca Pantèma bisogna dire basta a tutti gli stereotipi di genere, in un senso o in un altro. Ogni giorno facciamo prevenzione, educazione, contrasto, sia con le nuove generazioni sia con tutte le altre persone. Questo andrebbe considerato della nostra manifestazione: la bellezza di aver permesso a qualsiasi donna di potersi rappresentare come meglio poteva. Oggi possiamo dire di voler essere libere di scegliere chi essere e come essere, di lavorare, di viaggiare, di manifestare, di scioperare, di avere la nostra inviolabile identità, di gridare il nostro dissenso verso l DDL Pillon, di dire che abbiamo diritto a ciò che è previsto dalla legge 194… e potrei continuare. Ho 64 anni, ma ho subito per oltre 23 anni della mia vita violenza psicologica, fisica ed economica da quello che allora era mio marito. Non solo avevo paura di desiderare, avevo proprio smesso di averli i desideri. Non occupiamoci delle donne solo per indignarci dei femminicidi e di quanto raccapricciante siano gli episodi che annichiliscono le nostre vite… facciamo in modo che le donne siano libere sempre, ogni giorno, in qualsiasi forma esse vogliano. Senza per questo delegittimare una manifestazione simbolica. Perché denigrare l’evento è automaticamente per i più delegittimare l’impegno che Frida Onlus agisce 365 giorni l’anno grazie alle instancabili volontarie e consulenti“.

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