Pene più alte rispetto alla condanna in primo grado. Il sostituto procuratore generale di Messina ha chiesto un aggravamento di pena a 12 anni per l’ex parlamentare di Forza Italia Francantonio Genovese, imputato nel processo d’appello sulla formazione professionale regionale, nato dall’inchiesta «Corsi d’oro 2».
Dopo una lunga requisitoria, il pg ha chiesto pene più alte anche per altre 11 delle 21 persone condannate in primo grado: la richiesta più bassa è di 2 anni e 2 mesi, la più alta e quella per Genovese, sul quale grava anche – come per altri imputati – il reato di peculato.
Aggravi di pena sono stati chiesti anche per Elio Sauta: 7 anni e 10 mesi (6 anni e 6 mesi in primo grado); Elena Schirò, 4 anni e 4 mesi (3 anni e 6 mesi); Salvatore Natoli e Stefano Galletti, 4 anni (3 anni); Natale Lo Presti, 5 anni (4 anni e 6 mesi); Graziella Feliciotto, 3 anni e 9 mesi (3 anni e 3 mesi); Carmelo Favazzo, 3 anni e 3 mesi (3 anni); Natale e Carmelo Capone, 3 anni e 2 mesi (2 anni e 2 mesi); Giuseppina Pozzi e Concetta Cannavò, 2 anni e 2 mesi (2 anni); Francesco Rinaldi, 3 anni e 6 mesi (2 anni e 6 mesi). Per quest’ultimo, cognato di Genovese ed ex deputato regionale, è stata chiesta anche la condanna per associazione a delinquere dalla quale era stato assolto in primo grado.
Per gli altri imputati l’accusa ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, riciclaggio, truffa aggravata, frode fiscale.
Gli imputati, attraverso a prestazioni simulate, affitti gonfiati, noleggio di attrezzature e contratti di pulizia dei locali in cui venivano tenuti i corsi di formazione professionale finanziati con denaro pubblico, avrebbero ottenuto fondi extra approvati dalla Regione che erogava proprie risorse insieme a quelle statali ed europee. I costi sarebbero stati gonfiati fino al 600%.