Le sigle sindacali Filt Cgil, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl ed Orsa hanno annunciato le motivazioni del prossimo stop del trasporto pubblico a Messina:
“Una prima azione di sciopero di 4 ore già proclamata per il prossimo 8 marzo ad iniziare dalle ore 10 in cui si fermeranno bus , tram e tutto il personale dell’azienda , “e se la modalità con cui viene gestita l’Atm non cambierà radicalmente probabilmente non sarà l’ultima” . Queste le parole con cui i segretari di Filt Cgil Uiltrasporti Faisa CIsal Ugl e Orsa introducono la conferenza stampa odierna annunciando le motivazioni del prossimo stop del trasporto pubblico a Messina.
Un’azienda gestita male, in cui si sente oggi più forte che mai la cogestione politica con una parte del mondo sindacale che si traduce in azioni unilaterali con l’emissione di ordini di servizio ad personam, cambi qualifica, favoritismi e spostamenti di personale senza criteri trasparenti, meritocratici o interpelli aperti a tutti.
Un piano esercizio contestato da tempo dal sindacato, con tempi di percorrenza e turni inaccettabili per il personale autista, che mantiene un monte di ferie arretrato altissimo quanto alto risulta il totale del lavoro straordinario impiegato per garantire il servizio all’utenza che tuttavia continua a subire soppressioni con una decina di bus giornalmente rimasti fermi in deposito. Sicurezza, logistica e stress da lavoro correlato per chi giornalmente guida tra le via di una delle città più caotiche d’Italia sono rischi che il sindacato denuncia da mesi.
I correttivi che sono stati apportati, come ad esempio la rotazione dei turni ai fini della equità dei carichi di lavoro, a differenza di come denunciato in questi giorni arrivano come richieste di questi sindacati proprio per evitare privilegi, ma sono provvedimenti insufficienti se continua a perpetrarsi in azienda il mercato delle vacche che con logiche clientelari favorisce sempre i soliti noti. In interi settori aziendali le piante organiche risultano carenti di figure professionali intermedie e si opera in regime di precarietà , mentre in barba allo statuto aziendale i posti apicali quasi tutti vacanti vengono gestiti ad interim ormai da tempo immemore con evidenti ricadute operative e gestionali. Ancora oggi si opera in spregio all’art 23 dello statuto assegnando il ruolo di facente funzione di Direttore Generale senza applicare la rotazione prevista.
In un’azienda in cui i lavoratori sono discriminati e con un clima di forte tensione interna arriva anche la disdetta dell’accordo integrativo, dichiarato dal Cda “non sostenibile economicamente per l’azienda” e prospettando una futura riduzione dei salari che vorrebbe far pagare a chi lavora la cattiva gestione societaria. Mai questi sindacati si sono opposti negli anni alle riqualificazioni del personale Ztl in autisti, tant’è che oltre 40 unità oggi alla guida provengono dalla Ztl e numerosi sono stati gli interpelli emanati. Ma non occorre “intimidire” i lavoratori basta che si operi nel campo delle regole contrattuali e di legge, coinvolgendo preventivamente il sindacato quando sarà necessaria una ristrutturazione del settore e quando si saprà il futuro piano industriale di un’Atm che oggi è in fase di pre liquidazione.
In più occasioni i lavoratori di Atm sono stati descritti ingiustamente come “privilegiati” o addirittura “furbetti” nelle dichiarazioni del presidente Campagna, gli attacchi continui ai diritti dei lavoratori e alla loro dignità e la cattiva gestione interna di questa azienda non è più ammissibile da questi sindacati , che pur avendo posizioni diverse nei mesi sui provvedimenti del “Salva Messina” , chiamano unitariamente i lavoratori alla protesta perché all’interno di Atm serve un radicale cambio di rotta .