De Luca e l’ex Provincia: i nostri lettori non sono “uterini”, ecco perchè non ne parliamo

di Leonardo Lauriana – Il lettore attento si sarà reso conto che questo giornale da ormai qualche mese non da più conto e riscontro di tutte quelle iniziative che il sindaco De Luca mette in piedi con grande clamore e a beneficio della sua pagina facebook che valicano il limite dell’attività amministrativa e anche politica, me che sono puramente propagandistiche e demagogiche.

Del resto lo stesso De Luca in una recente intervista ha definito gli elettori “uterini “e si è vantato di essere abile nella comunicazione, e probabilmente ha ragione tanto da consigliare di usare gli stessi mezzi al governatore Musumeci, che a suo dire pecca appunto in comunicazione.

Dicevamo che ci è venuto quasi naturale discernere tra le boutade da social network e la vera attività del sindaco ,anche quando queste erano o potevano essere considerate delle notizie e quindi non abbiamo dato conto di tutte quelle volte che De Luca ha “indossato” la divisa del moralizzatore, dello sceriffo, del professore, del quando ha minacciato di licenziare, sbaraccare, sgomberare, cosi some quando ultimamente ha indossato i panni del mediatore e del tifoso (ieri allo stadio pare che tutti e 5 i gol del Messina siano stati merito suo, si scherza, intanto il Messina, l’ACR di Sciotto non aveva mai giocato con cosi tanta determinazione e ieri sotto gli occhi del sindaco amuleto giocatori società e tifosi si sono ritrovati, bontà loro).

Fondamentalmente riteniamo tutte queste iniziative fini a se stesse. Nulla cambia, niente viene risolto e le varie questioni a volte create ad arte vengono cosi superate , tolte dall’agenda delle questioni cittadine: è successo sempre pure con l’ACR appunto. E sta succedendo anche con la proclamata e sensazionale chiusura della Provincia e le minacce di licenziamento dei dipendenti della stessa, le ferie forzate dei dipendenti e il conseguente scontro quasi fisco con i sindacati . Il tutto in strada con attorno fotografi e telecamere che hanno dato il giusto risalto allo show, dove il nostro si è esibito nel miglior pezzo del suo repertorio: urlare e minacciare, per poi concedersi in una sorta di conferenza stampa con tanto di striscione appeso ai cancelli sulle scale di Palazzo dei Leoni.

De Luca ha annunciato sempre su facebook che “il sottosegretario di Stato delle Finanze, il barcelllonese Villarosa, domani alle ore 12:00 lo aspetta per discutere della soluzione da adottare con urgenza per salvaguardare le ex province siciliane.”

Quindi non è solo l’ex provincia di Messina ad avere problemi ma anche le altre province siciliane. Del resto lettori attenti sanno bene che la questione riguarda quasi tutte le ex provincie: venerdì a Palermo una delegazione dei dipendenti delle ex province siciliane si sono riuniti nel pomeriggio davanti a Palazzo dei Normanni per protestare contro quello che definiscono il disinteresse del Governo regionale circa il futuro dei Liberi Consorzi Comunali e delle Città Metropolitane che si trovano quasi tutti in pre-dissesto e nell’impossibilità di chiudere i bilanci di previsione 2018-2020 per il prelievo forzoso dello Stato quale contributo alla finanza pubblica che li ha portati sull’orlo del default.

Insomma, una vera vertenza che era annunciata dal momento in cui le ex provincie sono state commissariate e alla quale si dovrà trovare una soluzione. E a questo ci pensa anche il governatore Musumeci che ha utilizzato pure lui facebook annunciando la data per le elezioni dei Presidenti per dichiarare:

“Finalmente! Il 30 giugno cesserà la gestione commissariale delle ex Province siciliane. Lo abbiamo deciso nell’ultima seduta del governo regionale. Così, dopo circa cinque anni, tra qualche mese gli Enti intermedi non saranno più guidati da commissari nominati dalla Regione ma da presidenti scelti dal singolo territorio.

Ci dispiace solo – sottolinea il governatore – che non saranno gli elettori a scegliere il 30 giugno chi dovrà guidare la propria Provincia (che ora si chiama desolatamente “Libero consorzio dei Comuni”) ma i rappresentanti eletti nei vari Comuni di appartenenza: insomma, una elezione di secondo grado, un accordo tra partiti. Così ha voluto il governo Crocetta, in linea con il governo Renzi. Ci siamo opposti con tutte le nostre forze a questo esproprio del diritto al voto dei cittadini, ma non c’è stato nulla da fare. Nel frattempo, dal 2013 il governo di Roma toglie alle Province dell’Isola oltre 200 milioni di euro l’anno (si chiama prelievo forzoso), costringendole di fatto alla paralisi se non al fallimento”.

Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci

“Nella trattativa col governo centrale – conclude Musumeci – abbiamo inserito anche il tema del futuro delle Province siciliane. Vi assicuro che non cederemo. Per il resto, potrà essere solo il parlamento nazionale a cambiare questa assurda legge, restituendo al popolo il diritto di eleggere il proprio presidente di Provincia e dando agli Enti la possibilità di tornare a essere attivi e utili al territorio, pensando alle strade, ai servizi, alle scuole, ridando serenità alle migliaia di dipendenti che protestano giustamente alla ricerca di una rassicurante prospettiva”.

In definitiva una questione che supera la chiusura dei cancelli, l’esposizione di striscione, le minacce di consegna della fascia blu e soprattutto il licenziamento collettivo: semplice sensazionalismo che De Luca anche oggi ha concesso a quegli “uterini” degli elettori.

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