Stamattina è stata presentata al Protocollo Generale del Comune di Messina un’istanza di accesso civico generalizzato, firmata da quattordici aderenti al Laboratorio di partecipazione civica MessinAccomuna, in cui si chiede di accedere ai dati documenti e informazioni, inerenti il progetto dell’attuale amministrazione sul secondo palazzo di Giustizia.
Come ormai noto al centro del dibattito la scelta per la collocazione del nuovo palagiustizia. Da una parte la precedente amministrazione che aveva individuato nell’area dell’ex ospedale militare, presso la Caserma Scagliosi, e dall’altra la proposta di De Luca di collocarlo nell’area parcheggio di via La Farina. La diatriba potrebbe sembrare ininfluente se non si sottolineasse una questione rilevante. La scelta operata dalla giunta Accorinti sottende ad una visione di città basata su principi quali la cubatura zero, lotta allo spreco delle risorse pubbliche che sono elementi fondamentali per la costruzione di un tessuto urbano sano, mentre la proposta di De Luca di procedere con una costruzione ex novo sembra ricalcare vecchie logiche.
Se si considera, inoltre, che mentre l’attuale Sindaco si limita a fare dichiarazioni e proclami a cui però non corrispondono azioni concrete, l’iter per la realizzazione all’interno della caserma Scagliosi è già ad uno stato avanzato. Sono Stati firmati accordi e protocolli con l’Agenzia del Demanio, il Ministero della Giustizia e il Ministero della Difesa e i tempi previsti per portare a compimento il progetto sono di cica 36 mesi.
È ovvio che la questione si colloca all’interno di un orizzonte più ampio di quello a cui si sarebbe tentati di ricondurlo. Quella sul Palagiustizia non è una polemica tra due fazioni contrapposte, o un’opera rilevante per il solo mondo della giustizia, ma una questione di vitale importanza per tutti i cittadini.