di Palmira Mancuso – Qualsiasi recensione possa scrivere, sarà già “scaduta”. Ogni spettacolo degli Oblivion è unico e irripetibile, quindi peggio per chi lo ha perso, mentre (chi mi legge sa che non lo faccio mai) consiglio vivamente di non perdere l’ultima possibilità di partecipare oggi alle 17.30 ad uno degli spettacoli più interattivi a cui potete assistere.
L’ironia e la straordinaria capacità di improvvisare lasciano attoniti gli spettatori, che all’improvviso si trovano persino ad essere protagonisti della performance: come è successo a Luca e Paola, a cui i cinque mattatori hanno dedicato uno stupefacente mash up dei brani di Vasco Rossi che all’improvviso raccontavano per tutti la loro love story. Uno spasso.
E cosa dire della tecnica che ha reso famosi Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli, ovvero la capacità di condensare in pochi minuti intere “storie”: come quella di San Remo racchiusa in una carrellata dei brani che (in rigoroso ordine cronologico) hanno vinto le 68 edizioni del Festival. O la versione pop del Festival Zar, con Abano Romina Cutugno e Pupo a far impazzire le folle sovietiche.
La scaletta la fa il pubblico: e così capita che anche una giornalista in sala, suo malgrado, ne faccia parte. Cattivella come sempre, ha inserito nella bolla dei cantanti da sottoporre al gruppo, il nome di Jon Bon Jovi, un suo idolo dell’adolescenza…e quando è stato estratto la volevano simpaticamente “cacciare fuori” dal teatro. Invece alla fine, quando già ci eravamo più che accontentati di Gianni Morandi in un mash up con i Queen (si lo so, vi sembra impossibile ma questi ragazzi riescono davvero a realizzare tutto con una creatività e una professionalità straordinaria) hanno dedicato a chi vi scrive l’intera storia del rock, chiudendo con sei minuti di pura adrenalina uno spettacolo straordinario.
Meritavano il sold out ieri, siete ancora in tempo oggi. Chissà cosa potrà accadere. Tra Vocalist e Consonant non si sa mai.
