Riduzione delle pene rispetto al primo grado nella sentenza d’appello nel processo scaturito dall’inchiesta denominata “Gettonopoli”, per le presenze lampo nelle commissioni consiliari al Comune di Messina dei consiglieri che così riscuotevano il gettone di presenza. La Corte, presidente del Collegio Alfredo Sicuro (a latere Arena e Grimaldi) ha letto il verdetto e condannato Giovanna Crifò a un anno e 5 mesi, ad un anno e due mesi Pietro Adamo, a un anno e tre mesi Nicola Cucinotta, ad un anno e sei mesi Carlo Abbate, a un anno e nove mesi a Benedetto Vaccarino, ad un anno e sei mesi Santi Daniele Zuccarello, ad un anno e sette mesi Paolo David, ad un anno e sei mesi Fabrizio Sottile, ad un anno e tre mesi Santi Sorrenti e Andrea Consolo, ad un anno e 5 mesi Pio Amadeo, ad un anno e 4 mesi Angelo Burrascano, ad un anno e due mesi Antonino Carreri, ad un anno e sette mesi Nicola Salvatore Crisafi, ad un anno e tre mesi Carmela David.
Assolti Nora Scuderi e Libero Gioveni.
Non ha retto quindi in appello l’accusa di falso ma restano le condanne per truffa, che vanno da un anno e 2 mesi ad un anno e 9 mesi. Per tutti pena sospesa. Revocata inoltre per tutti gli imputati la pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. La provvisionale che dovranno pagare scende a 3 mila euro per ciascuno.
L’inchiesta vide coinvolti 15 ex consiglieri comunali e due attuali consiglieri Crifò e Vaccarino rieletti alle ultime elezioni amministrative.
Il caso «Gettonopoli» scoppiò il il 12 novembre 2015: le telecamere piazzate a Palazzo Zanca dalla Digos ripresero alcuni consiglieri comunali che entravano nella saletta e firmavano il registro, fermandosi poco tempo,a volte solo una manciata di secondi, per poi andare via.