“Tra quadri, cittadinanze onorarie mancate e Sprar, regna troppa confusione al Consiglio Comunale di Messina” a dichiaralo con un comunicato, gli esponenti del laboratorio civico e solidale MessinAccomuna: “troviamo grande difficoltà a sentirci rappresentati da un Consiglio Comunale che respinge la mozione di Rizzo e Russo per il conferimento della cittadinanza onoraria a Domenico Lucano e per il sostegno alla strategia di accoglienza degli SPRAR e che, al tempo stesso, si scalda per la rimozione o il mantenimento di un dipinto monumentale e storico nell’Aula Consiliare. In assenza delle istituzioni, sarà la città stessa a esprimere la sua vicinanza a Lucano e il suo intendimento per una politica di accoglienza attiva e umana.
La proposta di conferire al Sindaco di Riace la cittadinanza onoraria avanzata da Rizzo e Russo nasce da un invito formulato dalla “Rete dei Comuni Solidali (Re.Co.Sol.)”, di cui anche Messina ha fatto parte (era in discussione nella precedente consiliatura la possibilità di rientrarvi). A questa proposta hanno aderito molti Comuni italiani: da Firenze a Bologna, da Bitonto a S. Giuliano Terme, da Scicli a Sutri, dove il Sindaco Vittorio Sgarbi oltre a conferire la cittadinanza a Lucano, ha convocato tutti i Sindaci del viterbese per misurarsi con il tema dell’accoglienza e promuovere un confronto con Lucano, Salvini e tutti i Sindaci italiani sull’argomento dell’immigrazione e del lavoro degli extracomunitari.
Il dibattito consiliare su SPRAR e cittadinanza onoraria a Lucano è stato mortificante, perché non ha colto il tema civico in discussione, vincolando agli esiti della cronaca giudiziaria fatti di natura politica (la mozione La Tona che voleva amputare della cittadinanza a Lucano la delibera) e perché ha appiattito la rappresentanza locale a logiche nazionali che riteniamo politicamente, eticamente e moralmente inaccettabili (il voto contrario di un M5S spaccato da questo tema).
Il tema in discussione non era la solidarietà a un Sindaco colpito dal divieto di dimora per la sua gestione delle attività di accoglienza, quanto piuttosto la capacità di una comunità locale di misurarsi con l’immigrazione. Incapace di cogliere la portata culturale e sociale della questione, il Consiglio ha respinto la mozione con i voti contrari decisivi di un Movimento 5 Stelle spaccato. Negli anni passati ci siamo trovati d’accordo coi deputati regionali (Zafarana) e nazionali (D’uva), che si stracciavano le vesti per lo scandalo della tendopoli al “Palanebiolo”, nel nome di un modello di accoglienza a misura d’uomo; oggi assistiamo al voto del gruppo Consiliare contro una mozione che promuove gli SPRAR. Ci spieghino che modello di città abbiano in mente. Ma forse il voto è stato dettato solo dalla realpolitik: vedi mai che Salvini possa tirare le orecchie a Di Maio per una posizione locale non conforme al protofascismo incarnato dal “decreto sicurezza”! Così un gruppo che si scalda per il quadro della resa della città agli spagnoli, cede Messina alle politiche retrive del governo nazionale. È il dipinto del presente, più che quello del passato, a non rappresentarci e a preoccuparci.
Messina vuole essere un luogo di accoglienza o di respingimento, di integrazione o di conflitto? In assenza del Consiglio, sarà la città a costruire momenti di vicinanza e sostegno a un modello di accoglienza che esprime i valori di apertura, non discriminazione ed equità della nostra Costituzione e della Carta dei Diritti dell’Uomo. Sappiamo che realtà attive della società civile stanno già organizzando iniziative di sostegno a Lucano e al modello-Riace. Esprimiamo il nostro appoggio e la nostra partecipazione a queste iniziative.”