Non passa in consiglio comunale la proposta presentata da Alessandro Russo e Massimo Rizzo: Mimmo Lucano non avrà la cittadinanza della città dello Stretto. Un voto palese, come richiesto da Felice Calabrò del Pd, che ha portato i grillini, ad uscire finalmente allo scoperto anche a Messina circa l’appartenenza a quella nuova destra che con Salvini ha fatto piombare il paese in un clima di odio sociale.
Sullo sfondo i dubbi di chi ha proposto due emendamenti speculari per ignoranza sulle gestione dell’accoglienza e anche sugli effetti del decreto Salvini: il consigliere del gruppo misto Salvatore Sorbello aveva chiesto che fosse mantenuta la cittadinanza a Lucano, ma venisse cassata la parte relativa alla reintroduzione del sistema di accoglienza Sprar; il collega Pietro La Tona, invece, chiedeva che fosse mantenuta la parte che riguardava gli Sprar, ma cassata la cittadinanza a Lucano per via dell’inchiesta giudiziaria ancora in corso.
A pesare sul voto che aveva ottenuto il consenso anche da esponenti dello schieramento di destra (Crifò, Zante e Pagano) i consiglieri del Movimento 5 Stelle: Cannistrà, Giannetto e Schepis sono usciti dall’aula, mentre Argento,Cipolla, Fusco e Mangano hanno votato no.
Messina, terra di migrazioni e luogo di passaggio di molti migranti sbarcati quando ancora non era considerato un reato salvare vite in mare, città in cui in questi giorni ci si sta mobilitando sui temi dei diritti umani grazie a diverse esperienze che da Caritas ad Arci Thomas Ankara, da Anymore Onlus ad Emergency, che coinvolgono importanti “pezzi” della città, non riesce ad esprimere in consiglio comunale il coraggio che molte altre municipalità hanno manifestato.
Nelle motivazioni di Alessandro Russo e Massimo Rizzo si sottolineava il conferimento della cittadinanza a Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, “per aver dimostrato come le migrazioni e i percorsi di inclusione ed accoglienza, gestiti nel rispetto dei valori fondanti il nostro sistema costituzionale, vivifichino e testimonino quotidianamente come l’umanità e la solidarietà creino condizioni di sviluppo sostenibile dei territori e di diffusione della cultura della pace”.
E mentre in Italia si sussegue una campagna di sensibilizzazione per il conferimento del Premio Nobel per la Pace
(il 20 gennaio al teatro Palladium di Roma ci sarà un apposito evento) e continua il sostegno a Mimmo Lucano con il conferimento della cittadinanza in grandi città come Bologna e persino a Parigi dove la giunta ha approvato un documento a sostegno del
primo cittadino della città divenuta simbolo dell’accoglienza,
Messina ha perso una occasione di crescita politica e umana.
Sembrano lontanissimi i tempi in cui Francesco D’Uva, ora capogruppo alla Camera, si schierava a favore dei migranti, facendo ispezioni per denunciare il grado di invivibilità della tendopoli dell’Annunziata. Adesso i 5 stelle sono palesemente la stampella politica della Lega e complici di un disegno degradante per la dignità umana. Una politica che colpisce i simboli dell’accoglienza, dalle ong impegnate nei soccorsi come Aquarius ai modelli virtuosi come Riace. Esperienze che hanno coinvolto a vario titolo anche messinesi, e probabilmente persino qualche elettore del primo Movimento 5 Stelle, quello che urlava in piazza di giustizia sociale mentre usava il consenso solo per guadagnare spazi di potere. (Palmira Mancuso)
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