di Frà Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Luca Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Un tipo strano Giovanni, se ne sta nel deserto, veste strano, ha idee rivoluzionarie, non ha paura di annunciare ciò che ascolta nel deserto, nella solitudine. La Parola scende su di lui. Egli l’accoglie, accoglie le parole degli antichi profeti, fa spazio nel suo cuore e nella sua mente.
Giovanni non ha paura del deserto, del silenzio e della solitudine. Molti secoli dopo Girolamo Savonarola un altro rivoluzionario della Parola di Dio, amava dire che la Preghiera ha come padre il Silenzio e come madre la Solitudine. Queste realtà senza Dio uccidono l’uomo, con Dio lo rendono sereno, gioioso, grande nel saper accogliere e amare il Creatore e tutto il creato senza scarto, senza pregiudizi.
Giovanni accoglie la Parola e aspetta che si realizzi in Cristo Gesù, il Verbo che si fa Carne. È la voce che prepara la strada a Colui che battezzerà con la potenza dello Spirito Santo.
Giovanni affascina perché è un profeta solitario, in quel contesto storico e in quel luogo geografico, così come lo descrive l’evangelista Luca. Anche noi siamo chiamati ad essere profeti nel nostro contesto storico e culturale, in maniera particolare oggi con il capovolgimento dei veri valori umani e cristiani siamo chiamati ad essere voce di coloro che non hanno voce.
Siamo chiamati ad avere la capacità di ascolto di Giovanni, ad avere il suo coraggio di annunciare il messaggio di verità che è Gesù, iniziando da noi stessi. Ognuno di noi ha bisogno di conversione, di cambiare mentalità, di raddrizzare i propri sentieri. Di appianare le paure, l’orgoglio, tutto ciò che ci impedisce di camminare un percorso che ci indica la vera Via da seguire.
In questo contesto storico dove prevale l’odio il Vangelo ci conforta: anche se i potenti del mondo alzano barriere, cortine di bugie, muri ai confini, Dio trova la strada per raggiungerci e porre la mano su di noi e sussurrarci la Parola. Aspetta che ci togliamo gli auricolari, che la smettiamo di andare dietro alle parole che ci svuotano di amore, pazienza, tolleranza, accoglienza per riempirci di rabbia, di rancore, di paure, di indifferenza…
Il Signore vuole che la sua Parola scenda anche su noi, siamo disposti ad accoglierla?
Nella storia che abbiamo studiato abbiamo conosciuto personaggi che sono stati potenti e che tutti ricordiamo. Erode sarà ricordato solo perché ha tentato di uccidere Gesù bambino e per la strage de3gli innocenti; Pilato perché l’ha condannato. Ma ricordiamo tantissimi altri “famosi” per aver scritto pagine di storia vergognose e colme di odio e sangue: leggi razziali, deportazioni, omicidi di massa…
Ma chi sarà davvero ricordato: un Hitler che ha ucciso milioni di persone o Francesco di Assisi che ha abbracciato il lebbroso?
Credo che conti davvero chi si lascia abitare dal sogno di Dio, dalla sua Parola.
“La storia la scrivono i violenti. La Storia la cambia Dio.”
Pensando ai tanti stranieri in strada, ai tanti barboni sotto i ponti e morire dal freddo, a coloro che generano violenza il mio cuore si intristisce, ma ecco una Parola di conforto che mi riempie di speranza: ogni uomo vedrà la salvezza. Ogni uomo? Sì, esattamente ogni uomo, anche se di religione diversa? Dio vuole che tutti siano salvi, che a tutti arrivi la redenzione. Il nostro Signore ama così tanto ogni uomo che non si fermerà davanti a burroni o montagne, neppure davanti a strade tortuose e impervie costruite per bloccare il cammino del fratello, neppure davanti ai muri che i “potenti” stanno costruendo perché incapaci di costruire ponti.
Credo che ad inventare giochi senza barriere è stato proprio lui, il Signore.