di Fra’ Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,33-37)
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Ha visto un re! Ah, beh; si`, beh.
Chi non ricorda la celebre canzone di Jannacci scritta nel 1968, All’apparenza può sembrare un testo stupido ma in realtà è presa di posizione nei confronti dei potenti, i cui interessi vanno sempre a scapito della gente comune.
Vedendo Gesù davanti a Pilato mi vengono in mente i potenti della terra anzi quelli che credono di avere il potere, quelli che parlano di democrazia ma poi sottomettono la povera gente e sanzionano e mettono a tacere coloro che osano mettere in discussione il loro operato con le armi più potenti della terra: la libertà di compiere il bene, la libertà di pensiero e di parola.
I dottori della legge e Pilato: il potere religioso e il potere politico…
Il potere che scende a compromessi, che fa campagna elettorale violando ogni diritto da quello umano a quello economico, stringendo alleanza illecite e di convenienza, alleanze che ti assicurano le comode poltrone. Potere abusato e ostentato sulle spalle della povera gente.
Il compromesso, la paura e il calcolo li fanno diventare burattini delle loro ambizioni. Quanti reucci che hanno paura e seminano paura!
Pilato il rappresentante dei “potenti di oggi” ha paura davanti ad un misero falegname, artigiano, povero, un rivoluzionario che parla di amore, di perdono, di libertà, che esorta a porgere l’altra guancia. Paura di un giovane che elogia la povertà e condanna la ricchezza quando non è condivisa, che esorta a condividere ciò che si ha e non dare il superfluo.
Un visionario, quasi uno stupido per i potenti che in realtà è temuto dai Farisei e dottori della Legge e dallo stesso Pilato. Il potente di turno ha sempre paura degli uomini liberi, di coloro che hanno un solo parlare: sì, sì, no, no. Di coloro che fanno della loro vita una testimonianza di Amore. Che come Francesco di Assisi non hanno paura di dialogare con il lupo, di abbracciare il lebbroso, di oltrepassare le linee nemiche per seminare pace.
Il “potente” respinge, l’uomo libero accoglie.
Gesù è Re proprio perché ai segni del potere preferisce il potere dei segni.
Chi dei due è più potente Gesù o Pilato? Chi è più libero, chi è più uomo?
Pilato esprime il suo pensiero o il pensiero di altri? È un uomo libero o è manipolato?
Il potere di Gesù è un potere diverso dal potere del mondo che si nutre di violenza e produce morte. Il mondo di cui parla il Signore è quello dell’amore e del servizio che producono vita.
Per l’uomo che cerca il potere sia nel campo politico, lavorativo e persino nell’ambito ecclesiale, l’essenziale è vincere, per il cristiano autentico il più grande è colui che serve, che si china e lava i piedi al fratello anche a quello che non conosce.
Regnare è servire.
Il potere che Gesù viene ad esercitare è il potere a servizio della verità. Che non nutre se stesso, che non si autocelebra, che fugge la gloria e l’apparenza.
“Sono venuto per rendere testimonianza alla verità. Gli dice Pilato: che cos’è la verità? La verità non è qualcosa che si ha, ma qualcosa che si è. Pilato avrebbe dovuto formulare in altro modo la domanda: chi è la verità? È lì davanti, la verità, è quell’uomo in cui le parole più belle del mondo sono diventate carne e sangue, per questo sono vere.”
Guardando la Croce è difficile pensare che è un trono e che quell’Uomo appeso con le braccia spalancate in segno di accoglienza è un Re. È pure è il nostro Re, Cristo Signore dell’Universo.
Ho visto un Re! Ah, beh; si, beh è proprio il Re!