‘Capitali occulti’ provenienti dall’estero che sarebbero stati impiegati nella società ‘Cappellani Srl’: questa la base dell’inchiesta che nel settembre 2017 ha portato ad una operazione congiunta del Centro Operativo di Catania e della Sezione operativa della Dia di Messina, e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, con il sequestro preventivo del valore stimato di circa dieci milioni di euro, di un colosso della sanità privata.
Il gup Monia De Francesco ha rinviato a giudizio il prossimo 21 febbraio 2019 i quattro imputati coinvolti: i fratelli Dino e Aldo Cuzzocrea, noti imprenditori farmaceutici calabresi, e lo psichiatra in pensione Antonio Di Prima, originario di Canicattì ma da anni residente a Messina, ex presidente del Banco di Credito Siciliano, per trasferimento fraudolento di titoli e valori; il commercialista messinese Dario Zaccone, quale consulente e persona di fiducia dei Cuzzocrea secondo l’accusa, solo per l’ipotesi di riciclaggio.
La struttura ospita in città sul viale Regina Elena l’omonima clinica gestita dal Gruppo Giomi spa (non destinatario di alcun provvedimento penale, tanto che l’attività sanitaria è proseguita sempre regolarmente).
I quattro sono rispettivamente assistiti dagli avvocati Bonni Candido e Alberto Gullino (i fratelli Cuzzocrea), Alberto Gullino (Di Prima), Alfonso Polto e Nino Favazzo (Zaccone).
Inoltre i giudici del Riesame hanno accolto integralmente il ricorso in sede cautelare presentato dagli avvocato Candido e Gullino nell’interesse di Dino Cuzzocrea e della moglie Maria Amalia Andrini, ed hanno annullato il decreto di sequestro preventivo, disponendo la “restituzione agli aventi diritto delle quote sociali tuttora sottoposte a vincolo e dell’intero compendio aziendale della Immobiliare Cappellani s.r.l.”.