“Presenze lampo” dei consiglieri comunali che il sostituto procuratore generale Felice Lima ha riaffermato nel processo di secondo grado iniziato ieri al Tribunale di Messina e che vede coinvolti i consiglieri comunali della scorsa sindacatura, condannati in primo grado per il reato di falso del pubblico ufficiale.
Il Pg che ha formulato le accuse dinanzi alla prima sezione penale della corte d’appello presieduta dal giudice Alfredo Sicuro e composta dalle colleghe Mara Eugenia Grimaldi e Maria Teresa Arena, ha chiesto la conferma delle 15 condanne inflitte a luglio, sottolinenando come sia stata ampiamente provata la condotta incriminata e sanzionata, proponendo invece l’assoluzione per i reati di falso solo nei confronti di presidenti e vicepresidenti di commissione dell’epoca.
Assoluzione totale chiesta solo per Nra Scuderi e Libero Gioveni “perchè il fatto non sussiste”.
Diversa la posizione per Piero Adamo, Nicola Cucinotta e Giovanna Crifò, perchè oltre ad essere coinvolti nella vicenda giudiziaria come presidenti o segretari di commissione (per i quali è stata chiesta l’asoluzione) devo comunque rispondere del capo principale di imputazione.
L’inchiesta scattata nel 2015 si avvalse dell’uso di telecamere che a Palazzo Zanca immortalarono la “fuga” dei consiglieri che firmavano il registro delle presenze e qualche secondo dopo erano già fuori dal comune. Gli investigatori della Digos mostrarono come nel solo periodo compreso tra il 17 novembre 2014 e il 30 gennaio 2015 i gettoni conseguiti illecitamente furono 373, per oltre 20 mila euro.
Emerse un quadro di “illegalità diffusa” con le commissioni consiliari ridotte ad involucro privo di contenuti, ed atte solo a far raggiungere ai consiglieri per ciascun mese un numero di presenze atto a consentire l’erogazione del gettone nella sua massima misura.
Tra i consiglieri condannati due siedono di nuovo in consiglio comunale, Crifò e Vaccarino.