Il riequilibrio potrebbe non salvare Messina dal dissesto: De Luca non rassicura l’aula

di Marina Pagliaro – “Sul riequilibrio ci metto la faccia: non ho più niente da discutere. Questo abbiamo ereditato e su questo lavoreremo. Il clima è teso ma non ci sono alternative. Se la misura non vi piace non la votate stop”. Con queste parole il sindaco Cateno De Luca ha risposto senza rassicurazioni e certezza ai dubbi del civico consesso circa le tempistiche di voto delle trenta o trandue delibere che il consiglio comunale dovrà approvare per la rimodulazione del piano di riequilibrio fra il 19 e il 23 novembre preparate in queste ore dalla Giunta. Una nottata intensa di lavoro quella trascorsa per sindaco e assessori che, secondo quanto promesso dal primo cittadino, consegneranno ai consiglieri le delibere del “”Salva Messina” fra questa mattina e domani.

La conferma del cronoprogramma stabilito da De Luca è stata data durante l’ultima seduta consiliare di ieri sera dove all’ordine del giorno c’era la variazione del bilancio di esercizio 2018-2020. Ma a questa non si è aggiunta la certezza che Messina possa scongiurare il rischio del dissesto finanziario. “Da mesi si lavora insieme perché la nostra difficoltà è stata proprio quella di aver trovato già questo piano di riequilibrio su cui faremo la rimodulazione – ha continuato De Luca – Sarebbe stato meglio non averlo: i primi in difficoltà siamo noi. Il quadro non è confortante né per noi né per voi ma questi sono i tempi. Non è nemmeno detto che saremo salvi dal dissesto: la vera spada di Damocle non affrontata in questi ultimi sette anni è quella del dilazionamento del debito“.

Un debito che il Comune di Messina ha verso oltre 17.285 creditori secondo quanto stabilito dalle sentenze definitive ed esecutive. Intanto entro il 31 dicembre si proverà a trovare un accordo con i creditori che, ha aggiunto De Luca, “possono aggredire le casse comunali”, decretando quindi il fallimento di Palazzo Zanca. Ma sui dati certi ancora nemmeno De Luca ha ancora niente in mano ma ha chiesto agli uffici una ricognizione generale. Notizia, questa, che non ha certamente accolto il plauso dei consiglieri comunali e in maniera particolare di Antonella Russo ponendo l’attenzione sulla mancanza, nella rimodulazione al piano, del consuntivo del 2017. “Era partito bene e si è perso per strada – ha detto la consigliera del PD – Noi abbiamo la necessità di capire quanti debiti e quanti crediti abbiamo maturato nel 2017. La Corte dei Conti vuole dati certi e nemmeno noi li abbiamo. Ci vorrebbero mesi per votare ogni delibera”.

Intanto alcune delibere saranno accorpate per ridurre il numero di atti che il civico consesso dovrà votare in aula la settimana prossima. I primi su cui ha lavorato la giunta riguardano i servizi sociali e l’Amam. Sulla richiesta di Gaetano Gennaro (PD) di partire dalle più importanti per non rendere lunghe le tempistiche dei lavori dell’aula è stata chiara la risposta di De Luca: “Ci sono troppi elementi indefiniti nel riequilibrio e posso certamente spiegare perché alcune delibere sono più importanti di altre, ma è impossibile fare accordi con i creditori secondo le linee guida della Corte dei Conti”. Dopo il 23 novembre l’Amministrazione avrà cinque giorni per spedire il piano. Subito dopo la commissione ministeriale avrà trenta giorni di tempo per rispondere. Intanto il clima teso dell’aula non promette certamente niente di buono per il futuro del “Salva Messina”.

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