Su tredici autocompattatori in dotazione alla Messina Servizi e necessari per garantire il servizio di raccolta dei rifiuti in città soltanto due ne sono rimasti e hanno provato, con risultati pari a zero, a gestire quella che è l’emergenza rifiuti mai vista prima a Messina. La causa scatenante di un degrado che sta ormai soverchiando tutti i quartieri – a eccezione del VI in cui si svolge la differenziata – era una bomba a orologeria che prima o poi sarebbe esplosa e lo ha fatto ora.
Due settimane bollenti, quelle trascorse, in cui per ovviare al problema è stato necessario ricorrere alle ditte private da cui il Comune dovrà noleggiare i mezzi per la raccolta delle cataste di spazzatura che si sono raccolte ovunque. La Caruter Srl dei Brolo ha fornito due mezzi a carico posteriore, la Seap di Agrigento due autoarticolati e La Service di Catania sei compattatori.
Ma l’azione sulle conseguenze e non sulle cause che hanno sotterrato Messina nei rifiuti costerà al comune 90 mila euro e non servirà, sul lungo termine, a risolvere definitivamente il problema. La manutenzione dei mezzi della Messina Servizi, affidata attraverso un bando alla MessinAmbiente, non è stato rinnovato dall’ex commissario liquidatore Giovanni Calabrò. Così gli autocompattatori sono fermi in officina senza nessuno che possa rimetterli su strada.
Adesso all’emergenza dei rifiuti si aggiunge anche il pericolo roghi: da nord a sud le cataste di rifiuti sono dati alle fiamme. Perché alla tolleranza si è sostituita la rabbia senza nessuna rassicurazione da parte di una amministrazione zitta davanti all’evidente primo fallimento. (Mar.Pa.)