Colpa del vento. La strage del Rifugio del Falco in contrada Rocche Litte di Patti, dove morirono Matteo Cucinotta, il fratello Costantino, la moglie Lucia Natoli, la madre di quest’ultima Caterina Maffeini, il cuoco Giuseppe Buonpensiero e Cettina Scaffidi, entrambi dipendenti dell’agriturismo non avrà colpevoli. Unico a “pagare” chi appiccò il fuoco, che il vento propagò uccidendo innocenti.
E solo 11 anni dopo, è stato oggi eseguito dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti l’ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Patti, nei confronti di Mariano LA MANCUSA, nato a Patti (ME) il 04.05.1975.
Le indagini condotte dagli operatori di polizia fecero luce sui fatti e sui responsabili. L’uomo, riconosciuto colpevole con sentenza passata in giudicato, è stato trasferito presso la casa circondariale di Barcellona P.G.
Dovrà scontare la pena di anni 5 e giorni 4 di reclusione.
Ingiustizia è fatta. Secondo la sentenza non c’era causa diretta tra quel fatto e la morte delle vittime, uccise da “Un imprevedibile sistema caotico (..) una variabilità causata dal vento e dalla temperatura del fuoco che cambiava continuamente direzione”, come scrissero i consulenti del Tribunale.
Il 22 agosto Matteo Cucinotta aveva scelto la struttura di Patti per festeggiare i suoi 52 anni, con la moglie Lucia Natoli, apprezzata assistente sociale della Scuola di formazione del personale del Tribunale dei Minori, originaria della zona a cui è dedicato un Osservatorio per i minori di Messina.