“Eroica” lezione-concerto di Cesare Natoli: Nietzsche e la musica, frammenti di filosofia

di Palmira Mancuso – Entrare in punta di piedi, da una porta secondaria, nella vita di Friedrich Nietzsche. E’ accaduto nella sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele dove grazie all’Associazione Musicale Vincenzo Bellini, il pubblico ha assistito ieri, partecipando con gusto, alla lezione-concerto firmata da Cesare Natoli, pregevolmente accompagnato al canto dalla soprano Claudia Caristi.

Un esperimento “eroico” nel coniugare la grandezza filosofica del “profeta del mondo contemporaneo” con la produzione musicale di un dilettante (nel senso gioioso di Montaigne) che ne caratterizzò l’adolescenza ma anche l’approccio all’interpretazione della vita. Un viaggio nella storia personale di Nietzsche, attraverso la suggestione emotiva dei suoi stessi componimenti, proposti al piano dal maestro Natoli, che, forte di uno studio  pubblicato da L’epos nel 2007 (Nietzsche musicista, Frammenti sonori di un filosofo inattuale) ha scandito la ricerca del filosofo che diventa quella di ciascuno. Dal rapporto adolescenziale col sacro, fino al gusto per un classicismo che poi sarà luogo dell’azzardo, della sperimentazione, dell’improvvisazione: la musica come strumento di elevazione del pensiero ma anche di percezione concreta, fisica, della realtà.

Cesare Natoli, musicologo e filosofo, ha accompagnato il pubblico dentro quella crisi della metafisica occidentale che appare oggi così contemporanea, e che Nietzsche ha precorso anticipando quel nichilismo che promuove e accelera il processo di distruzione degli ideali tradizionali, per rendere possibile l’affermazione di nuovi valori.

Al centro di questa edificante lezione-concerto il “frammento”, Das fragment an sich, letteralmente il “frammento in se”, che è icona del suo essere musicista e filosofo. Una perfetta assonanza tra la forma degli aforismi e quella del frammento, dell’infinito ripetersi degli istanti: come si legge nello spartito, “da capo…con malinconia”.

Nella pur breve produzione musicale di Nietzsche, che finirà di comporre musica a 28 anni,  c’è in nuce tutta la sua ricerca filosofica, ma anche le tracce del rapporto con Schopenauer sulle note di quel “dolore” che è il tono fondamentale della natura, dell’umanità.

Se è vero che il pianoforte è strumento dell’anima, è stato questo lo strumento più congeniale per attraversare l’inquieta personalità di Nietzsche, dove trova posto la genuina amorevolezza nei confronti della sorella Elisabeth con la quale condivideva la passione per la musica e alla quale affidava il canto, generosamente interpretato per l’occasione dalla bravissima Claudia Caristi.

In un’atmosfera sospesa nel tempo, musica e filosofia hanno scandito i ritmi di una improvvisazione che è essa stessa approccio all’esistenza, come ogni uomo che da autodidatta percorre la propria, nell’immediatezza degli eventi.

 

 

 

 

 

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